” Essere genitori è difficile… figli anche”  Pier Pietro Brunelli

Hikari Shimoda

Hikari Shimoda

Intervista a cura di Gianna Bozzali per (Insula Report)

Insicurezza, bassa autostima, sensi di colpa, relazioni affettive problematiche. Cosa si nasconde dietro stati d’animo e atteggiamenti a volte incomprensibili che minano la serenità di alcune persone ed i loro rapporti interpersonali? A volte, c’è un’infanzia vissuta con adulti disturbati e disturbanti, magari buoni ed amorevoli superficialmente, ma con quadri o tratti di personalità di tipo narcisista o borderline.
Genitori di questo tipo, seppure inconsapevolmente, determinano una dimensione affettiva ed educativa colpevolizzante e punitiva, in poche parole disfunzionale per l’equilibrio psicologico del bambino e con conseguenze disequilibranti per quella che sarà la sua vita adulta. Su questo argomento InsulaReport ha sentito il parere di un noto psicoterapeuta italiano, il Dott. Pier Pietro Brunelli. Quanto genitori con tratti narcisistici e borderline possono influenzare i figli?

“I figli ne risentono per una mancanza di sensibilità psicologica. Il genitore che ha questi problemi dal punto di vista pratico può essere anche un buon genitore, in grado di provvedere ai bisogni materiali dei figli, e talvolta, se ne ha possibilità anche in modo dispendioso (sport, moda, corsi d’arte e sportivi …). In ogni caso sebbene il genitore sia obbligato a provvedere ai bisogni dei figli secondo le sue possibilità, fa apparire ciò come un grande sacrificio, per cui i figli diventano una pena da sopportare più che una gioia.

Tokyo Museum Hosts Interactive Haunted Art Playhouse 2013

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Nel contempo però il genitore attraverso i figli soddisfa le sue aspirazioni narcisistiche, li usa per fare bella figura, per sentirsi più importante e potente e ciò può avvenire con diversi gradi di intensità (perciò non bisogna mai impiegare etichette psichiatriche in modo giudicante e senza la giusta misura, valutata con uno specialista) e anche attraverso molte modalità, ad esempio esaltando dinnanzi ad altri la bellezza dei figli, come per sottolineare che sono una sua creazione personale. Oppure un genitore può decidere che siccome gli piace il calcio deve portare il proprio figlio per forza allo stadio infischiandosene di comprendere quali siano le cose che davvero possano piacergli. Il genitore narcisista attraverso il ‘figlio/burattino’ vuole rafforzare la sua propria immagine ed il proprio potere. All’arrivo degli amici di famiglia o dei parenti, egli può iniziare ad esaltare il proprio figlio mettendo per esempio in evidenza i suoi bei capelli o ciò che sa fare a scuola oppure inizia a dire che è stato molto bravo a saper fare un figlio così. Il bambino dentro di sé si vergogna perché usato come un oggetto d’esposizione, si sente male, timido, a disagio: capisce anche che non è di lui che si sta veramente parlando ma che viene usato dai grandi come una merce in vetrina. E poi succede, nello stesso tempo, che qualora il bambino dovesse deludere i genitori perché, per esempio, ha una qualche difficoltà a scuola, oppure non vuol fare quel certo sport o suonare quello strumento, il genitore si ‘innervosisce’ e lo svaluta, lo intimidisce,lo disprezza in quanto non fa fare bella figura. Come si vede non stiamo parlando di botte o di abusi che pure molti genitori, specialmente se borderline, impiegano per sfogarsi, anche se sono convinti si tratti di necessari metodi educativi.

 Cattelan’s Charlie Don’t Surf, 1997

Cattelan’s Charlie Don’t Surf, 1997

La relativa fragilità psicologica dei bambini è facile da proteggere, basta farli sentire amati con chiarezza. L’importante è non lascirli psicologicamente soli, seppure poi si provveda a loro in termini materiali e potendo anche attraverso un’educazione dispendiosa, giocattoli, e bei vestiti.

In fondo a questo articolo  un video tratto dal film di Luca Giordano, Il silenzio dei numeri primi, che ha fatto comprendere molti aspetti e conseguenze dell’influenza negativa sui figli da parte di genitori narcisisti e perbenisti e in una società che tende a rinforzare il narcisismo, la superficialità, il successo esteriore a fronte dell’interiorità e dei sentimenti autentici.

Ma il genitore narcisista/borderline è consapevole di questi suoi comportamenti destabilizzanti?

“Il genitore narcisista/borderline superficialmente può apparire un buon genitore ed è convinto di esserlo. In verità si occupa molto poco dell’interiorità, della sensibilità del figlio, non cerca di capire cosa egli desideri, quali siano le sue paure, i suoi bisogni psicologici, i suoi sentimenti; lo usa inconsciamente come un’appendice di se stesso, come un modo per esaltare la propria immagine. A tal fine l’immagine del bambino può anche essere sminuita, attraverso l’indifferenza, la svalorizzazione dei suoi successi in privato, ma anche la loro esaltazione in pubblico, così come la sottolineatura delle sue difficoltà … con la scusa e la convinzione di scuoterlo e renderlo ‘migliore’ (sic!). Terribile è per un figlio vedere che i genitori diventino carini e pieni di attenzioni verso i figli degli altri, cuginetti o bambini di amici e conoscenti, considerati seppure in modo passeggero ‘più bravi e capaci’ in qualcosa e perfino ‘in tutto’. Le patologie mentali a carattere ‘borderline’ si intrecciano con il narcisismo patologico e sono caratterizzate da un’ambivalenza estrema di amore e odio. coverIl bambino non capisce come, a seconda dello stato d’animo dei genitori, possa essere amato o disprezzato (anche umiliato e picchiato), per cui i genitori si sfogano sul bambino oppure lo esaltano … fanno cioè ‘il bello e il cattivo tempo’, ma sono comunque capaci di trovare un pretesto- o anche solo che ‘sono nervosi e stanchi’- per giustificare il loro comportamento incongruo, negativo e destabilizzante”.

Il Dott. Brunelli inoltre sottolinea come il narcisismo del bambino sia molto fragile: egli tende a sentirsi insicuro.

“Un bambino deve sentire che quando arriva lui porta un raggio di sole, della felicità. Se egli vede che i genitori sono sempre depressi, incavolati, arrabbiati, insoddisfatti, anche se non è per colpa sua, si renderà conto che nonostante sia venuto al mondo, i suoi genitori non sono mai contenti, sono esseri insoddisfacibili, sempre alla ricerca di soddisfazioni.

Il bimbo sente di essere incapace di soddisfarli e perciò si sente in colpa di non riuscire a renderli felici, crede che lui non basti affinché i suoi genitori siano contenti.

Degas, La famiglia Belelli (approfondimenti in http://www.stilearte.it/degas-affari-di-famiglia/#)

Degas, La famiglia Belelli (approfondimenti in http://www.stilearte.it/degas-affari-di-famiglia/#)

 

 Il bambino si chiede “perché se ci sono io loro non sono contenti?”, quindi si colpevolizza, si sente sbagliato anche solo per questo. Poi, se in più il genitore lo colpevolizza, come dicevamo prima, perché non ha portato sempre 8 e 9 da scuola, perché ha deluso rispetto alla sua capacità di recare prestigio all’immagine dei suoi genitori o solo perché il genitore (borderline) è arrabbiato per questioni sue, il senso di colpa ovviamente peggiora ancora. Però di base, il senso di colpa nasce dal fatto dall’avere genitori problematici insoddisfacibili (vittimisti, lamentosi, acidi, astiosi, invidiosi, iracondi, ecc…), giacché il bambino pensa che siano così a causa di una sua insufficienza, incapacità o disvalore, in tal senso si sente in colpa. Altrettanto colpevolizzante è il genitore lamentoso che dice: “certo che ti voglio bene, ma mi sono dovuto togliere il pane di bocca per te…,certo sono stata contenta lo stesso di averti anche se non ho potuto fare altro e mi sono dovuto privare di tante cose…”, in tal caso il bambino non solo si dispiace, ma si sente in colpa. D’altra parte questo sentirsi in colpa è una posizione difensiva del bambino affinché non perda la fiducia nei genitori, nonostante tutto.

Picasso, Bambina con bambola, 1901

Picasso, Bambina con bambola, 1901

Infatti se il bambino considerasse colpevoli i genitori, li considerasse quindi definitivamente cattivi e inaffidabili, allora svilupperebbe patologie mentali assai serie e anche gravi di ordine psicotico (rifiuto della realtà, della relazioni e persino fantasie allucinatorie a carattere paranoideo). Meglio perciò prendersi ingiustamente la colpa, al fine di potersi fidare di coloro che dovrebbero proteggerlo, ma non solo sul piano dei bisogni materiali e di facciata, quanto soprattutto dei suoi delicati bisogni psicoaffettivi. Tutti questi processi sono di carattere semiconscio, in quanto il bambino non è in grado di comprenderli e di esprimerli con evidenza e chiarezza, quindi registra nel suo intimo uno stato di disagio e frustrazione che, tuttavia, riesce a rimuovere, cioè a nascondere nell’inconscio, al fine di poter ‘tirare avanti’ in modo abbastanza funzionale alla sua crescita. Il problema è che questo ‘rimosso’ si trasformerà in un ‘complesso’, il quale si ripresenterà nella vita adulta generando disturbi nevrotici, stati d’animo disfunzionali, difficoltà relazionali e affettive”.

I genitori problematici, di tipo narcisista-borderline, generano ‘complessi’ nei bambini attraverso messaggi ambigui?

“Proprio così, si tratta del ‘doppio messaggio’, che può essere esplicito o anche trasmesso attraverso un’atmosfera affettiva e relazionale che il bambino percepisce come ambigua e ambivalente. Ad esempio i genitori mentre dicono al bambino di amarlo gli sottolineano anche che per lui hanno dovuto rinunciare a qualche cosa, e ciò li ha fatti stare male. Inoltre il bambino sviluppa l’idea che per farsi amare bisogna fare di tutto per farsi accettare sviluppando tendenza al ‘falso sé’ alla rinuncia della sua vera natura, oppure cerca di con grande sforzo di rivelarsi un ‘bambino speciale’ e ‘dotato’ o ‘precoce’. Insomma il bambino si fissa sull’idea che non è sufficiente essere quel che si è per dare e ricevere amore in modo sufficientemente tranquillo, l’amore bisogna guadagnarselo a caro prezzo.  In genere se nella prima e nella seconda infanzia si conformerà a quest’idea, seppure con un malessere che può restare inespresso, nell’adolescenza possono nascere forme di protesta, dall’isolamento a condotte ‘pseudoborderline’, anche con segni e condotte maladattive o devianti.Quanto pù questo stato negativo ‘in crescendo’ non viene capito dai genitori e neppure dalla scuola e in assenza di figure aventi una funzione psicoterapeutica, tanto più ciò provocherà disagi e conflitti nella vita affettiva adulta in quanto si diventerà particolarmente disponibili a soffrire per amore… anche quando il partner è, per l’appunto, un narcisista patologico o un borderline conclamato. Un altro fattore che influenza negativamente il bambino è riscontrare che i genitori litigano e urlano molto spesso e che quindi sono interessati solo alle loro faccende, infischiandosene totalmente, e quindi in modo narcisistico (che pensa solo a se stesso) di quanto ciò disturbi i figli. Il genitore narcisista o borderline,  per quanto possa mantenere una facciata buona e acudente, fatta anche di cose concrete di qualità, nel profondo se ne frega di rispettare e accudire psicologicamente i figli. orsetto trenoNon si può però dire che non voglia per niente bene ai figli, può anche volergliene molto, solo che non è assolutamente in grado di comprenderli e di accudirli nella loro tenera e profonda natura psicologica, stabilendo quindi una relazione che è anche interiore e non solo marcatamente superficiale (una superficialità che peraltroi a causa di litigi, scenate, contraddizioni,  specialmente tra le mure domestiche viene anch’essa vissuta con modalità  ‘al limite’ e in un costante clima di tensione…).

Più in generale possiamo dire che il genitore problematico o disturbato tende a fare largo uso di messaggi obliqui, ambigui a ‘doppio vincolo’ con effetti perturbanti nel bambino, che reiterati nel tempo procurano stati confusionali e ansioso-depressivi che riverberano poi nella vita adulta. Traiamo dunque riflessioni  dalla  seguente citazione:

“Un meccanismo operante di doppio vincolo, comunicazione patologica in cui contestualmente quello che si afferma su un livello quello verbale in genere si nega sul livello analogico..” Se la madre comincia a provare ostilità (o affetto) per il figlio e contem- poraneamente si sente spinta a ritrarsi da lui, potrebbe dirgli: “Va’ a dormire, sei stanco e voglio che ti riposi”. Questa frase apparentemente affettuosa tende a ne-gare un sentimento che potrebbe essere espresso con… queste parole: “Va’ fuori dai piedi, perché sono stufa di te”. Se il bambino interpretasse correttamente i segnali metacomunicativi, dovrebbe fare i conti col fatto che la madre non desidera averlo vicino e per di più lo sta ingannando dimostrandosi affettuosa. Egli sarebbe ‘puni-to’ per aver appreso a distinguere con cura gli ordini dei messaggi, e quindi, piut-tosto che riconoscere l’inganno materno, tende ad accettare l’idea di essere stanco.Questo significa che, allo scopo di sostenere l’inganno della madre, il bambino deve ingannare se stesso circa il suo stato interno: per continuare a vivere con lei,egli deve discriminare in modo errato i suoi messaggi interni, oltre che discrimina-re in modo errato i messaggi altrui.
(G.Bateson,D.D.Jakson,J.Haley,J.Weakland, Verso una teoria della schizofrenia)

angelo custodeNaturalmente avere genitori problematici non significa al 100% avere problemi dopo. Ma questi aspetti potrebbero influenzare la sua personalità futura.

“Uno può avere avuto dei genitori problematici – anche con disfunzioni psichiche importanti – ma non è detto che debba diventare un individuo altrettanto problematico, potrà essere invece una persona adulta ben equilibrata: certamente possiamo dire che vi sono delle influenze disturbanti verso le quali poi ogni individuo dovrà porre un processo di riparazione, di elaborazione. Se queste influenze vengono compensate, perché c’è la società, la scuola, la maturazione stessa della persona, allora il tutto potrà andare per il meglio (con le difficoltà che sempre bisogna affrontare nella vita e con qualche disagio in più nella vita affettiva:del resto i genitori perfetti nessuno li ha mai avuti.

Granhut La bambola, 1895

Granhut La bambola, 1895

Come fa il bambino a difendersi da genitori con problematiche psicologiche disturbanti ?

Voglio ancora ricordare che i bambini hanno un sistema di difese psichiche molto forte e speciale, che consente di difendersi dalle ansie e dalle depressioni anche attraverso piccole cose, con i loro giochi, la curiosità, la fantasia, un sorriso. Tuttavia una delle difese più impiegate è la rimozione che, detto semplicemnente, vuol dire che getta quello che non gli va in una specie di dimenticatoio interiore e va avanti tutto preso dai suoi giochi, le sue fantasie e le cose belle che pure riesce ad incontrare. In altri termini il bambino si sforza in ogni modo per pensare positivo e vedere la vita ‘comunque bella’. Si pensi appunto al film di Benigni La vita è bella, dove un’adulto attraverso l’amore e la fantasia riesce a far superare al bambino persino la traumaticità di un campoi di concentramento. benigniCiò è possibile perché il bambino è già allenato per conto suo ad impiegare  a scopo difensivo un mondo di fantasie e di pensieri amorevoli che possiede dentro di sé. In termini di psicologia archetipica che interpreta il significato psicologico della tradizione religiosa si può dire che veramente i bambini hanno l’Angelo custode (vedi https://www.albedoimagination.com/2010/03/i-bambini-di-hillman-hanno-langelo-custode/over ) Tuttavia ciò comporta di  dover rimuovere le cose brutte, di nasconderle nell’inconscio, ma non per questo di eliminarle. Nella vita adulta questo rimosso prima o poi ritornerà o si farà sentire come influenza inconscia non riconosciuta e quindi spostata su fobie, ansie, difficoltà relazionali, ciè nevrosi con manifestazioni più o meno acute.

Il bambino ferito da genitori disturbanti può dunque risentirne alquanto da adulto?

La teoria della psiconalisi e la clinica hanno dimostrato ampiamente la connessione tra problematiche  e traumaticità vissute nella vita infantile e la vita. adulta. Vi sono poi fattori costituzionali che comportano malessere psicoloigico, quindi innati, archetipici che riguardano particolarità del carattere individuale.

Metamorfosis de Narciso 1937, Salvador Dalí

Metamorfosis de Narciso 1937, Salvador Dalí

Tuttavia un cocktail negativo tra influenze ambientali-genitoriali e una predisposizione interna può rivelarsi alquanto doloroso. Ma bisogna sempre tenere conto che i dolori psicologici possono essere affrontati molto bene e risolti con una buona psicoterapia e che tali dolori si manifestano non con il diretto intento di farci soltanto soiffrire, ma di spronarci a maturare, a comprendere noi stessi e il nostro prossimo in modo più amorevole e profondo. Perciò è veramnente importante e vale la pena intraprendere percorsi di psicoterapia e di lavoro su se stessi per aiutare il bambino ferito che piange, protesta e crea problemi nella vita e nella mente adulta, in quanto non si sente capito, nessuno lo aiuta. Un dialogo e un ascolto terapeutico, esercizi per l’anima e il corpo, le artiterapie, una ricerca spirituale, la contemplazione della natura… sono tante le cose che si possono fare per capirlo e aiutarlo, ma per quanto ne so la psicoterapia resta la dimensione più sicura di comprensione e cura dell’anima/psiche individuale.

Se si ha sufficiente capacità adulta di intendere e di volere non è bene lagnarsi troppo delle influenze negative ricevute dai propri genitori, bisogna analizzarle, comprendere per emanciparsi e per quanto possibile saperle affrontare o liberarsene. Perciò, piuttosto che cadere nel ruolo della vittima incompresa per indebolirsi o sviluppando personalità a loro volta narcisistiche e borderline per farla pagare ad altri, ogni persona deve sapere che è fondamentale compiere un qualche lavoro su se stesso di esame della coscienza e dell’inconscio, al fine di armonizzarsi con se stessi, con gli altri e quindi  anche con i propri genitori, per quanto difficili, disturbati e disturbanti. Al fine il segreto sta nel convincersi che è possibile ‘stare nell’amore’ anche quando non lo si è ricevuto da piccoli con i modi e le quantità necessarie.

Occorre pertanto guardare dentro di sé, capire che il sentirsi sbagliati, gli stati di insicurezza, le relazioni difficili potrebbero essere dovuti a certi condizionamenti subiti nell’infanzia. In questi casi l’aiuto dello psicoterapeuta può essere determinante e comunque molto prezioso per vivere meglio con se stessi e con gli altri, nel lavoro, nell’amore e anche nella salute psicofisica.Pinocchio fili

Per ulteriori approfondimenti si rimanda a dicversi articoli in  www.albedoimagination.com il ‘Blog della nuova Alba’ di cultura psicologica e creativa diretto da Pier Pietro Brunelli. In particolare si vedano i seguenti link:

https://www.albedoimagination.com/2014/04/complesso-di-pinocchio-genitori-problematici-punitivi-e-colpevolizzanti/

https://www.albedoimagination.com/2010/05/influenze-genitoriali-e-amori-sbagliati/

https://www.albedoimagination.com/2013/10/bugiardi-ipocriti-e-manipolatori-affettivi-saperne-di-piu-per-potersi-difendere/ httpv://www.youtube.com/watch?v=ZoOdI_CZBl4

https://www.albedoimagination.com/2013/08/il-vittimismo-patologico-una-riflessione-per-guarire-per-i-famigliari-per-i-terapeuti-e-per-tutti-coloro-che-vogliono-aiutare-le-vittime-di-se-stessi-di-pier-pietro-brunelli-e-elisabetta-lazzar/

https://www.albedoimagination.com/2011/12/ama-te-stesso-come-il-prossimo-tuo/

https://www.albedoimagination.com/2012/03/il-narcisista-bravo/