Pier Pietro Brunelli

Il mio CV in brevis

Sono iscritto all’ Ordine degli Psicoterapeuti della Lombardia e mi sono specializzato in Psicoterapia analitica junghiana presso la scuola LI.STA di Milano. Ho seguito tirocini e seminari preso gli Ospedali Paolo Pini e San Carlo di Milano, in un campo profughi della ex-Jugoslavia, e in diversi contesti terapeutici, socioterapeutici ed educazionali. Ho seguito percorsi di analisi di me stesso, a livello formativo e terapeutico, con la supervisione di terapeuti più anziani di grande esperienza. Prima di laurearmi in Psicologia ho conseguito una laura in DAMS (spettacolo) con il Professore Umberto Eco e una Specializzazione presso l’Università Cattolica in Comunicazioni Sociali. Pertanto ho svolto attività e ricerche nei campi del Teatro, della Musica e della Comunicazione, privilegiando gli aspetti psicologici. Per circa tre decadi ho partecipato a seminari e gruppi laboratoriali (e li ho anche condotti) con obiettivi di ricerca e creatività, volti alla conoscenza del Sé e del mondo interiore. In particolare devo molto agli insegnamenti di Rena Mirecka, prima attrice del Teatr Laboratorium fondato da Jerzy Grotowski in Polonia, che ho seguito per lungo tempo nella ricerca “Parateatrale” (un percorso di indagine creativa sulle energie vitali in senso corporeo, psichico e spirituale).

Parallelamente alle mie attività di studio e di ricerca ho sempre lavorato come consulente, formatore e docente a contratto per conto di Aziende, Centri Studi e Università. Gradualmente la mia attività di psicoterapeuta è diventata preponderante, ma talvolta mi capita di occuparmi ancora di formazione e ricerca nell’ambito della Psicologia dei consumi, dei media e della moda. Si tratta di campi che, per quanto siano lontani dalla Psicologia clinica, consentono di trarre preziosi spunti per comprendere le dinamiche psicologiche a livello individuale e collettivo

In campo psicoterapeutico ho sviluppato una specifica competenza nel trattamento dei Traumi amorosi e nelle problematiche di coppia legate al narcisismo e ad altre disfunzioni e disequilibri della personalità, o a situazioni e contesti nevrotizzanti e problematici. Ma da ciò si aprono molti altri vissuti problematici che vanno affrontati, elaborati e terapizzati.

Sulle tematiche del mio lavoro clinico di psicoterapeuta e su argomenti di ricerca, ho scritto articoli, saggi e libri (vedi tutti gli articoli) che propongo attraverso il presente blog Albedoimagination, ed anche con seminari e conferenze. Si tratta di un costante lavoro di sostegno e informazione a livello psicosociale che mi impegna moltissimo e con uno spirito di volontariato e di ricerca.

Attraverso l’insieme delle mie esperienze formative e professionali ho sviluppato una ‘poetica e una metodologia terapeutica’ che amo chiamare ‘Psicoterapia individuativa’, della quale qui di seguito indico i fondamenti con una brevissima sintesi.

Fondamenti etici ed umanistici

Nel corso di lunghi anni di studio e di lavoro, mi sono sempre più convinto che alla base di ogni psicoterapia, come di ogni ‘helping profession’ , debba esserci una ‘speciale volontà di amore e di comprensione’. Intendo dire che lo psicoterapeuta non può limitarsi solo allo studio teorico e all’esercizio di una certa tecnica di intervento, egli ha bisogno di ampliare le sue conoscenze anche lavorando costantemente su se stesso, attraverso attività ed esperienze che gli consentano di acuire capacità empatiche, intuitive e di comunicazione.

Ovviamente anche lo psicoterapeuta esperisce afflizioni e contraddizioni personali e sociali che feriscono la sua psiche. Ma nella misura in cui reagisce ed elabora le sue proprie difficoltà, riesce meglio a comprendere ed aiutare le persone che assiste. Egli non opera solo attraverso un sapere conseguito sui libri, ma anche attraverso la sua stessa ‘energia psichica’, che perciò deve conoscere ed elaborare. Qualunque sia il metodo o l’approccio di una psicoterapia, occorre applicarla per mezzo di una ‘coltivata personalità terapeutica’, fondata anche su valori etici, sociali e spirituali.

Per quanto riguarda le questioni etiche, sociali ed umanistiche della psicoterapia ritengo importante collaborare con colleghi e ambienti professionali al fine di ‘democratizzare la psicoterapia’, cioè di renderla accessibile a tutti e quindi sempre più presente nel sistema della Sanità, dell’educazione, della vita lavorativa e sociale.

Ogni giorno giungono notizie di fatti drammatici e violenti nella vita delle persone, e che alla base denotano una incuria e una mancanza di prevenzione psicologica. I mass media ci informano continuamente di fatti brutali verso i quali ci sentiamo impotenti. Percepiamo continuamente un ‘mondo folle e crudele’, gravido di minacce e ingiustizie tremende, e per quanto ciò non ci colpisca direttamente, la nostra psiche ne risente nel profondo. Nella scuola, come nella società non vi è sufficiente assistenza e attenzione psicologica rispetto alla crisi e alla trasformazione dei legami famigliari, sentimentali e sociali. Si aggiunga la mancanza di lavoro, l’insicurezza e il disagio sociale, la difficoltà e la confusione generate dalle ambiguità e invasività delle tecnologie e delle connessioni digitali, che spesso snaturano la vita riducendola ad una competizione freddamente virtuale. Infine una cultura centrata sul consumismo e sul narcisismo genera tendenze volte all’egoismo, all’indifferenza e al disamore verso ciò che è simbolico e disinteressato, in nome del potere, del denaro e dell’immagine. Ritengo che questa situazione stressogena e destabilizzante colpisca tutti, ma in particolare i giovani, in quanto hanno capacità di elaborazione e difesa non ancora mature, e gli anziani, i quali provano uno spiacevole e disorientante senso abbandonico e di esclusione (trovo che in questi casi la Psicoterapia possa molto aiutare) I drammi personali e collettivi dunque si intrecciano, generando epidemie di infelicità, incomprensione, caoticità e paura, ad un livello silenzioso e latente, così come in modo gravemente conclamato. Dunque è sempre più urgente una cultura e una pratica democratica della Psicoterapia, ovvero che si esprime e si valorizza nell’ambito di efficienti e accessibili serivizi consultivi e assistenziali nella Sanità pubblica, come in quella privata.

Individuare e riarmonizzare se stessi, nel rispetto e nell’amore verso il prossimo e verso la vita in tutte le sue forme, ci porta a riconoscere la nostra autenticita’ e dà un senso ‘terapeutico’ al nostro stesso esistere. Tutto questo rende piu’ forti rispetto alle asperita’, ai dolori, alle ingiustizie che la vita reca in un modo o in un altro, e ci rende anche più aperti a ricevere le forze buone, risananti e generative che vengono dagli altri e dall’Universo.

Fondamenti teorici e culturali

Nella pratica clinica (di ascolto, diagnosi e cura), credo che non bisognerebbe essere ‘fissati’ solo sull’approccio teorico di cui si ha specifica competenza. In tal senso, per quanto io abbia privilegiato una formazione e una metodologia clinica junghiana, faccio il possibile per arricchire le mie conoscenze anche rispetto ad altri orientamenti, sia attraverso le letture e sia nel dialogo con colleghi di differenti scuole e impostazioni tecniche e di pensiero.

In generale ogni tipo di Psicoterapia può essere considerato un metodo di sostegno e di cura attraverso l’elaborazione di una più profonda conoscenza di se stessi e del modo di relazionarsi agli altri e con il mondo. Secondo approcci differenti, grandi psicologi, filosofi e saggi di diverse epoche e culture, hanno raccomandato il “Conosci te stesso”, monito sul quale Socrate pose la pietra miliare dell’intero sapere. Carl Gustav Jung ha esplorato attraverso la sua Psicologia Analitica il ‘Conosci te stesso’ nelle profondità archetipiche che connettono l’inconscio individuale all’inconscio collettivo. Egli ha allora parlato del “Processo di individuazione” per indicare che l’equilibrio dell’individuo dipende dalla capacità di riconoscere in se stessi ciò che è unico, irripetibile ed individuale, ma anche ciò che è archetipico, destinale e universale, perché è presente in tutti noi: ‘la psiche collettiva’ (per approfondire vedi articolo introduttivo alla ‘Psicologia junghiana’). Jung, attraverso la sua attività di terapeuta e le sue ricerche ha rivelato che, per stare in equilibrio, la nostra ‘natura umana’ ha bisogno di comprendere il suo senso in relazione all’Universo. Perciò ogni essere umano ha un intimo bisogno di una vita non solo legata a fatti materiali e a logiche razionali, ma anche a valori ed esperienze di ordine spirituale e simbolico. Ciascuno di noi è un UNO che nella sua finitezza è rivolto VERSO l’Infinito… Uni-Verso.
La “Psicoterapia individuativa” è una ‘via per individuare il ‘mondo del proprio essere’ e il proprio ‘essere nel mondo’.

In generale, l’ obiettivo di ogni Psicoterapia ad orientamento junghiano non è tanto quello di conformare l’individuo a regole e modelli precostituiti, e quindi di adattarlo a modi di essere e di pensare secondo convenzioni culturali e condizionamenti che stabiliscono cosa è giusto e cosa è sbagliato… si tratta invece di rispettare le ‘differenze individuali’, di adattarsi a se stessi, alla propria unicita’ ed individualita’. Essere come si e’, con i propri pregi e i propri difetti, ma sempre nel rispetto degli altri, e cercando di migliorarsi. Solo cosi’ si diventa piu’ liberi e si puo’ fare del proprio meglio per vivere nel bene, non solo per se stessi, ma anche per il mondo in cui viviamo. E’ un cammino non facile, ma e’ ragionevolmente quello più libero, generativo ed autentico. Per percorrerlo bisogna fare pace con se stessi, cioè non diventare vittime di se stessi, e quindi comprendere ed elaborare i propri complessi e conflitti consci e inconsci connessi a dinamiche familiari e affettive disequilibrate, difficili e patologiche, così come ad idee, schemi e pregiudizi negativi, distruttivi ed errati.

Cosa cura e a cosa serve una Psicoterapia individuativa?

La parola ‘Psicoterapia’ la considero sopratutto nel senso di J. Hillman – cioè una pratica per “fare anima”, proprio perché, come lui dice: ‘psicoterapia’ dal greco vuol dire ‘servire l’anima’ (Terapia: ‘servire’ – Psiche: ‘Anima’). Ma in maniera più esplicita e riferita ai quadri esistenziali e clinici la psicoterapia serve a superare:

Stati ansioso-depressivi – traumi sentimentali – dinamiche famigliari e affettive disturbanti – problematiche della coppia – disturbi e problematiche della sessualità – disturbi dell’alimentazione e del sonno – disturbi dell’umore – dipendenze da sostanze psicogene e da comportamenti autolesivi – fobie e attacchi di panico- problematiche relative all’adattamento sociale e lavorativo – problematiche relative al ciclo di vita (infanzia, adolescenza, terza età) – insicurezze e deficit dell’autostima, manie e mitomanie…

Come si vede potremmo continuare a proporre un noioso elenco di quadri e dinamiche psicopatologiche, problematiche e disturbanti. Con ciò non possiamo dire che la psicoterapia possa curare ogni disturbo mentale e quindi in certi casi è opportuno che lo psicoterapeuta collabori anche con altri medici e psichiatri (cosa che mi premuro di fare al fine di indicare, qualora occorra, altri professionisti con competenze specialistiche adeguate). Resta comunque il fatto – anche qualora si abbia giovamento dagli psicofarmaci – che la psicoterapia è una via necessaria per ritrovare se stessi, ovvero la fonte di energie risananti che si sono sopite e che pure sono sempre potenzialmente presenti in ciascuno di noi.

E’ sempre più evidente che la psicoterapia è indispensabile per avere cura della salute e dell’equilibrio psicologico e questo anche a prescindere da eventuali disturbi mentali conclamati. Infatti vivere, relazionarsi, amare, esprimersi, appare sempre più difficile, condizionato e falsato, e questo genera molte forme di infelicità e conflitto che, a livello diagnostico possiamo diagnosticare genericamente come Nevrosi. Oggi siamo un po’ tutti ‘normo-nevrotici’ e quando qualche evento o problema acuisce questa condizione abbiamo bisogno di sostegno psicologico e di elaborare cosa ci sta accadendo, per prevenire aggravamenti – esistenziali e/o ‘psicotici’ – ed anche per trarne possibilità di trasformazione e di crescita.

Non si tratta di avere la pretesa di raggiungere un ‘centro di gravità permanente’, ma di orientarsi con umiltà, pazienza e fiducia nella conoscenza del mondo interiore. E’ dunque essenziale esaminare il senso simbolico dei sogni, delle fantasie ed anche dei sintomi disturbanti, non soltanto per diagnosticare le patologie, ma per trarre da esse indicazioni evolutive.

Jung e poi con particolare enfasi anche James Hillman – hanno compreso che le psicopatologie e i disequilibri psichici, non sono solo malattie da debellare, ma anche espressioni del ‘fare anima’ (Hillman) indispensabili affinché ciascuno venga in qualche modo anche ‘costretto’ a conoscere se stesso e quindi l’ anima/psiche, individuale e collettiva. I nostri problemi psichici, interiori e relazionali, possono essere affrontati ed elaborati nel profondo quando comprendiamo che essi sono anche disarmoniche manifestazioni soggettive di costellazioni archetipiche insite nella natura umana. In tal senso i sintomi e i problemi non dipendono solo da noi, infatti, per quanto siano personali, sono connessi a forze archetipiche, insite nella natura umana.

E’ come se ogni psiche individuale fosse l’immagine che si può vedere girando un caleidoscopio. A seconda di come si gira il caleidoscopio viene espresso un ‘complesso individuale’, ma tale ‘complesso’ dipende da ‘componenti’ che sono uguali per tutti gli individui, e questi sono gli ‘archetipi’. Quando soffriamo il nostro ‘caleidoscopio’ va a pezzi e non si riesce più a farlo roteare in modo che possa ridarci una visione riarmonizzante. In questa circostanza è di grande aiuto ricomporre i ‘pezzi’ alla luce dei miti, delle grandi leggende del folklore, delle fiabe, delle arti e degli insegnamenti spirituali. Tutto ciò ispira la Psicoterapia individuativa e genera metafore terapeutiche che possono essere molto efficaci al fine di fecondare una più armoniosa congiunzione simbolica e immaginale tra le componenti individuali e collettive del mondo interiore.

Quando cadiamo preda di complessi e conflitti, che inducono a stati d’animo, comportamenti e attaccamenti sofferenti, non è solo per causa di agenti esterni ed oggettivi, ma è anche perché abbiamo perso la connessione con la radice archetipica della nostra anima/psiche e siamo quindi costretti a ricercarla. Dunque ci perdiamo in noi stessi e dobbiamo ritrovarci: individuarci. Le depressioni, le nevrosi, i traumi amorosi, i lutti, le solitudini, le delusioni, i tradimenti, i soprusi, le angosce e le ansie di ogni tipo e di ogni gravità sono sfide che per poter essere affrontate nel modo migliore, con consapevolezza, coraggio e voglia di reagire, devono poter ritrovare una connessione e un senso con le forze sovrapersonali e archetipiche che agiscono dentro di noi. ‘Farsene una ragione’ razionale non basta, occorre anche sviluppare una visione al di là di essa, volta a risvegliare energie simboliche, immaginali e spirituali che permettono alla vita inconscia e al ‘cuore’ di affrontare le difficoltà dal profondo e di reagire con luce e amore.

Come offro la ‘mia’ Psicoterapia individuativa

Dopo un CONSULTO TERAPEUTICO – che si compone di 2 sedute – si decidono i tempi e i modi per effettuare un eventuale ciclo di colloqui, coadiuvati da pratiche immaginative e psicocorporee, e da eventuali attività di gruppo. Talvolta, per svolgere queste attività, possono essere indicati e consigliati Centri, luoghi ed esperti aventi titoli ed esperienze specialistiche. Qualora in seguito al Consulto dovesse risultare consigliabile orientare il richiedente verso altre figure ed ambiti terapeutici, che sembrano più adatti alla sua problematica e alla sua personalità, è sempre mia premura cercare di fornire i migliori riferimenti, soprattutto quelli dei colleghi e dei Centri con i quali sono a diretto contatto.

In seguito al Consulto terapeutico, è possibile concordare un programma basato su circa 10 sedute che può definirsi PSICOTERAPIA BREVE; in altri casi si decide insieme di sviluppare un percorso psicoanalitico la cui durata non è definita e dipende e dagli obiettivi terapeutici che si vogliono raggiungere. In ogni caso è mia responsabilità e competenza consigliare un PERCORSO TERAPEUTICO SU MISURA.

Nel mio stile terapeutico sono portato a stabilire una ‘relazione terapeutica’ che a poco a poco afferma un clima di alleanza e di fiducia reciproca. Questo vuol dire che il mio lavoro terapeutico è centrato sull’ascolto, ma anche sul dialogo. Ritengo ciò determinante affinché possano scaturire emozioni, sentimenti e riflessioni autentiche, nel rispetto dell’intimità, ma anche in una dimensione liberatoria e confidenziale. Il ragionare insieme sui problemi e gli stati d’animo, favorisce lo sviluppo di nuovi punti di vista e quindi cambiamenti interiori e relazionali. E’ tuttavia determinante che il ‘dialogo terapeutico’ si apra anche verso una prospettiva simbolica, che sollecita l”immaginale’, cioè il vissuto del mondo interiore nel suo manifestarsi con immagini più che con parole e argomentazioni logiche. Per parlare all’inconscio, comprenderlo e armonizzarlo, laddove si covano ombre, illusioni, regressioni, fantasmi disturbanti, abbiamo bisogno di sapienti e e creativi linguaggi immaginali, e quindi di metafore terapeutiche e ispirative. Insieme alla comprensione razionale, la via evocativa, simbolica, emozionale è indispensabile per una terapia che tiene conto della natura visionaria, mitica e immaginale del mondo della psiche, a livello personale e sovrapersonale. I cambiamenti e le trasformazioni non avvengono solo attraverso il ragionamento, ma assai spesso attraverso intuizioni che nascono da simboli, emozioni, immagini ed ispirazioni che riescono a toccare e ad illuminare la nostra vita interiore.

Le regole dei colloqui psicoterapeutici si basano sul rispetto della ‘deontologia professionale’ stabilita dall’ Ordine Professionale degli Psicologi. Si ricorda che il costo della pèsicoterapia è detraibile come ‘Trattamento sanitario’. Per tutte le questioni organizzative relative ad accordi specifici – mi riferisco agli impegni e alle possibilità economiche delle persone che vengono a colloquio da me – cerco di offrire la massima disponibilità, tariffe contenute e tempistiche flessibili.

Per approfondire gli argomenti che qui ho sintetizzato ed altri di tuo specifico interesse puoi consultare e commentare i molti articoli di Albedoimagination, che oltre ad essere un blog esprime un intento e una poetica psico e socio terapeutica alla quale tutti possono partecipare, con le loro rispettive competenze e con testimonianze, suggerimenti, creatività e solidarietà. Il mio lavoro volontaristico attraverso Albedoimagination costituisce un servizio di ricerca psicologica, culturale ed umana che accompagna con un costante aggiornamento la mia attività di psicoterapeuta. Puoi partecipare ad Albedoimagination commentando gli articoli del blog o anche nel gruppo FB).

Se vuoi ricevere un Consulto terapeutico su una determinata problematica, per poi valutare l’opportunità di intraprendere un ‘Percorso terapeutico e individuativo’ con il mio sostegno – ed eventualmente anche di altri esperti e ambienti connessi al Collettivo Culturale di Albedoimagination – contattami attraverso una mail o al telefono (i dati sono qui di seguito e nel presente sito).

Saluti e auguri a te

Pier Pietro Brunelli

Cavalcare la tigre e volare.
Un simbolo taoista che esprime l’equilibrio acrobatico e virtuoso tra forze terrestri e celesti.

La Via dell’individuazione di se stessi, nel Sé.

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