Carro-Tarocchi-AureiLa mania in termini psichiatrici indica psicosi e uscita dalla realtà secondo molteplici forme. Pensieri, fantasie e comportamenti abnormi, che possono essere egosintonici – la persona li considera in sintonia con se stessa – o anche egodistonici – per cui risultano disturbanti e recano sofferenza. Gli stai maniacali possono essere ad un livello ‘ipo’ – quindi lievi e transitori – fino ad un livello acuto e cronico. Uno stato manicale può anche rilevarsi nell’invasamento amoroso, mistico, artistico e anche politico. La persona è presa da una sorta di demone che esalta al parossismo stati d’animo e convinzioni, e di conseguenza anche le motivazioni e le modalità dell’agire. In un certo senso la mania è contrapposta alla depressione in quanto mette in uno stato di eccitazione e di sovrasignificazione della realtà, per quanto essa possa essere distorta, o anche per nulla considerata. Eppure nell’antichità la mania era considerata malattia solo quando risultava disarmonica rispetto alle forze mitiche e divine che ne rappresentavano le diverse modalità. La mania poteva rendere ispirati e potenti, ma a patto di intenderla come un dono proveniente dagli dei. Quando non si ha più la sensibilità simbolica di comprendere la ‘forza divina ispiratrice’  delle narrazioni mitologiche e religiose, e tutto viene considerato secondo logiche razionali e coscienziali viene negato il mondo interiore e le sue immagini archetipiche. Allora la mania non trova un riferimento psicomitico e diventa distorsione della realtà e follia. Una sintesi sull’analisi ‘psico/filosofica’ di Platone sul concetto di ‘mania divina’ ci consente, ancora oggi, di elaborare considerazioni affinché la ‘mania’ possa essere analizzata, ed anche terapizzata e vissuta entro un quadro di riferimento mitico e archetipico, cioè con maggiore sintonia ai processi di simbolizzazione immaginale dell’inconscio individuale e collettivo.      

La mania, come scrive Platone nel Fedro, è “follia divina”, questa può produrre quattro forme di invasamento maniacale: profetico (da Apollo), mitico (da Dioniso), artistico (dalle Muse), erotico (da Afrodite ed Eros).

La parola ‘invasamento’ indica che la mania non è scelta dal soggetto, è invece il soggetto, che appare come un ‘vaso’, ad essere scelto da essa, e quindi ad essere posseduto da forze di natura sovrapersonale, vale a dire gli dei. Le energie spirituali degli dei pervadono l’anima di un individuo, condizionandone volontà e desideri.  Sotto l’effetto delle divine manie si genera uno stato extra-ordinario dell’anima umana, che rende capaci di esprimere eccezionali potenzialità o di percepire profonde ispirazioni conoscitive e creative.

fedroDice Platone:

Quanto alla follia (mania) divina, l’abbiamo divisa in quattro parti, riferite a quattro dèi: l’ispirazione divinatoria l’abbiamo attribuita ad Apollo, quella iniziatica a Dioniso, quella poetica poi alle Muse, e la quarta ad Afrodite e a Eros (Platone, Fedro 265b).

La quadripartizione platonica sulla mania ha una ampia eco nella storia del pensiero occidentale[1]. Più in generale, l’idea di una correlazione tra follia e genialità artistica e scientifica è largamente diffusa, si tratta allora di una follia ispiratrice, assai vicina al concetto di ‘mania divina’ concepito da Platone.[2]  

I caratteri di Apollo, Dioniso, delle Muse e di Eros/Afrodite, con le loro molteplici varianti e commistioni, consentono di comprendere i tratti psicologici e culturali che possono provocare e caratterizzare una certa mania. Questa può essere intesa come una ispirazione psicoenergetica che consente di esprimere modi di ‘essere e di agire’ di carattere extra-ordinario e trascendente. 

Platone sostiene che la forma di mania più importante per l’essere umano è l’Eros: l’esperienza dell’amore, del sentirsi innamorati (magari ‘follemente innamorati’).

 L’Eros, secondo Platone, è, tra le diverse forme di mania, la più significativa, anche perché viene all’anima per sola via divina senza che sia possibile procurarla con la volontà o lo studio. Le altre forme di mania, pur essendo essenziali per un’esaltazione spirituale dell’umana esistenza, non sono altrettanto autonome e indipendenti dalla ragione e dalla volontà, hanno pertanto bisogno di essere elaborate attraverso conoscenze e tecniche. Se ad esempio si è ‘presi’ dalla mania per la pittura o per altre arti (cioè dalle Muse) è necessario prima o poi approfondire conoscenze tecniche, altrimenti la mania non viene onorata, cioè non può essere pienamente vissuta. Anche l’invasamento apollineo ha bisogno di un sostegno tecnico, dal momento che esso comporta uno stato di concentrazione e di armonia interna che necessita di particolari discipline. Lo stesso vale per l’invasamento dionisiaco, il cui entusiasmo collettivo va sostenuto con riti festosi, danze, ed eventualmente anche con sostanze stimolanti (così Dioniso-Bacco è il dio del vino).

cop (2)Invece la mania amorosa non ha bisogno di tecniche o di sostanze, è sufficiente la freccia di Cupido affinché nell’innamorato nasca una spontanea emozione che, secondo Platone, può dare luogo ad una profonda esperienza conoscitiva  del proprio  sé, dell’altro e del mondo.

Va ancora evidenziato che le ‘manie divine’  hanno sempre bisogno dell’Eros per essere vissute in profondità, poiché esse, indipendentemente dalla loro specificità, esprimono forme di innamoramento verso ‘idealità e passioni di diversa natura’ (vedi Brisson, 1974). Il ‘maniaco’, inteso in senso creativo, passionale e ‘non patologico’, è un ‘innamorato’ toccato da una grande forza  ispiratrice. Questa ‘forza ispiratrice’ è intrisa di Eros, nel senso che viene percepito ed espresso amore per un certo intento, da cui deriva una forte carica emotiva e una intensa attività.

 A scopo riassuntivo proponiamo qui di seguito uno schema sui quattro tipi di mania divina de­scritti nel Fedro:

MANIA              origine                               finalità mitica                                    

Mantica            Apollo                      preveggenza, concentrazione disciplina                      

Telestica          Dioniso                      festa, spontaneità, entusiasmo

Poetica               Muse                       creatività ispirazione  bellezza

Erotica         Afrodite/Eros                erotismo,  amore, passione

 

wagrez2Erotica. Le ispirazioni di Eros/Afrodite

Eros è il dio dell’amore. Il mito più diffuso racconta che è figlio di Afrodite.

 L’interpretazione del mito platonico dell’amore scivola spesso nella dicotomia tra anima e corpo, così che vi sarebbe un ‘amore platonico’ inteso come passione puramente spirituale e un ‘amore erotico’ inteso come attaccamento ai ‘piaceri della carne’. Il grande studioso della filosofia greca E.R. Dodds così chiarisce questa interpretazione piuttosto superficiale dell’ ‘amore platonico’:

“Eros ha speciale importanza nel pensiero di Platone, perché è l’unico momento in cui si uniscano le due nature dell’uomo: l’io divino e la bestia incatenata. Eros in­fatti è chiaramente radicato nell’impulso fisiologico del sesso, che l’uomo ha in comune con gli animali (circostanza disgraziatamente oscurata dal senso errato che si continua ad attribuire nell’uso moderno dell’espressione ‘amore platonico’), eppure Eros fornisce anche l’impulso dinamico che spinge l’anima alla ricerca di una soddisfazione trascendente le esperienze terrene. Abbraccia così l’intera cerchia della personalità umana, rappresenta l’unico ponte empirico fra l’uomo qual l’uomo è  e l’uomo quale potrebbe essere” (E.R. Dodds,  1951: 265).

La ‘mania erotica’  è dunque un’esperienza di anima e di corpo, la sua arché e il suo telos  congiungono il piano terreno e il piano spirituale.