Quando la minaccia di denuncia di stalking è usata per ricattare e dominare il partner

Fare stalking, quindi perseguitare un partner pur di incontrarlo, convincerlo a stare insieme, o anche per insultarlo, ricattarlo, ecc. è un reato, soprattutto se lo consideriamo come la premessa di atti di violenza fisica grave e gravissima.

Tuttavia dobbiamo considerare anche questo comportamento nelle sue modalità più leggere e comunque non motivato da intenzioni violente. Infatti avviene che una persona abbandonata cada in uno stato di prostrazione terribile, e non riesce a fare a meno di cercare il partner, quindi di chiamarlo per supplicare un incontro, a volte solo per un chiarimento, per poterlo rivedere un momento, per parlare…

Avviene anche che certi partner abbandonici, attuino l’abbandono in forme crudeli, gelide, improvvise, mettendo in atto il cosiddetto Ghosting, cioè spariscono, e nella loro assenza si presentificano come fantasmi nella psiche del partner abbandonato.  Questo genera un forte tormento nella persona abbandonata, la quale prova una tremenda angoscia di morte. Il legame amoroso genera un attaccamento paragonabile a quello di una madre o di un padre verso un figlio/a, e quindi è come se improvvisamente la figura di attaccamento sparisse, fosse stata rapita per sempre e non la si possa rivedere mai più. Ciò è terribile, specialmente quando l’abbandono è attuato in modo crudele e con le deliberate e unilaterali dichiarazioni di spietato rifiuto totale:   ‘non cercarmi , mai più’, ‘non mi rivedrai mai più’, ‘non voglio più né sentirti, né vederti’, e tutto ciò accompagnato da insulti, odio, disprezzo, svalutazione…

Va osservato che se un partner subisce un tale abbandono può anche esserselo effettivamente meritato, nel senso che può essere diventato talmente invasivo da costringere l’altro/a a eclissarsi. Nonostante i numerosi tentativi di concludere una relazione in modo umano e rispettoso dell’altro/a non si riesce a far accettare la fine della relazione. Tuttavia sarebbe sempre bene non arrivare al ghosting, e quindi lasciare almeno qualche informazione sulla possibilità di rivedersi, quando il clima emotivo lo permetterà.  Ma nel caso si sia stati legati ad una personalità con tratti fortemente ‘narci-patogeni’, accade di non essersi affartto meritati il ghosting, cioè si viene abbandonati e ci si ritrova senza alcuna possibilità di comunicazione, si diventa entrambi inesistenti, ma un partner resta straziato nell’angoscia, mentre l’altro si semnte sprezzante e anzi quasi fiero di essersi reso totalmente irreperibile.  Questo tipo di abbandono cova qualcosa di disumanizzante, sottende una dinamica narcisistica che  mira a punire il partner per motivi di invidia e aggressività distruttiva. Il ghosting allora viene messo in atto quando come abbandono distruttivo e malevolo.  Chi mette in atto questo tipo di ghosting minaccia ritorsioni qualora si osi qualche tentativo di ricerca e di contatto. Questo metterà in uno stato di angoscia il partner abbandonato, che spesso viene anche minacciato di denuncia per stalking.

Persecuzioni narcisistico giudiziarie

Ed eccop un copione parossistico, ma tipèico:

giacché tu mi ami, io ti faccio un bel tira e molla per molti mesi, tu capisci anche che io ti tradisco, ma poi io mi faccio perdonare, per meglio ri-tradirti, allora tu stai male e vuoi una
spiegazione… allora io che mi diverto a tradirti e a tenerti sotto il mio potere manipolatorio (ritornando bravo strategicamente quando non ne puoi più) ti dico che o così come voglio io o niente, allora tu non riesci ad accettarlo e dici che non va bene … allora lui/lei (il vampiro/a) ti lascia per un po’ ti dice che si diverte con l’altra/o e che se lo cerchi ti denuncia per stalking… allora tu forse non lo cerchi, però poi ti cerca lui/lei, allora lo incontri, e quando lo incontri stai male, piangi, gli chiedi una spiegazione… allora lui/lei ti abbandona in mezzo alla strada mentre piangi, allora tu lo rincorri, allora lui/lei entra in un bar e anche tu, ma lui/lei è al telefono… sta chiamando la polizia… infatti tu (vittima che collude con il suo carnefice) lo staresti perseguitando… ci sono i testimoni al bar che ti hanno visto/a entrare con il volto pieno di lacrime e in agitazione… allora, forse tu scappi in preda al panico e alla vergogna, ma arriva la polizia e ti becchi la prima segnalazione… allora poi, dopo un po’ telefoni, lui non risponde e ritelefoni, allora lui mette la segreteria, tu lasci messaggi disperati in segreteria, lui non risponde , registra apposta (in modo da poterti poi ricattare), allora tu lasci un altro messaggio disperato dicendo che stai male che davvero vorresti morire che hai bisogno di un chiarimento… e lui registra (se dichiari parole tipo “sto male da morire o vorrei morire” è considerabile atto persecutorio verso di lui/lei in qunato ‘provocato allarme’, ‘minaccia di suicidio’, ecc.) il vampiro non risponde, ma forse sente…  sghignazzando, ti sente mentre implori e vomiti l’anima al telefono. Allora scrivi sms e e-mail dove dici che sei disperata/o, che la relazione è stata terribile, e pure, senza la minima ingiuria o minaccia, lo accusi di essere un immorale di essere stato cattivo/a gli dici che lo disprezzi, però poiché ancora lo ami perché ti ha manipolata/o, speri che l’incubo sparisca che lui/lei come ha sempre fatto ritorni ancora una volta normale e si stabilizzi… come aveva fatto fino a pochi giorni prima rendendosi lui /lei stesso disponibile, magari facendo bene l’amore; speri che lui/lei capisca e che voglia farsi perdonare – ma invece il tuo psicovampiro/a risponde alla mail così: “NON MERITI NESSUNA PIETA’ sei tu che hai rovinato tutto, adesso so qual’è il vero amore” (alludendo che ha un’altra persona). Allora tu vomiti anima e sangue (anche vero sangue, capita davvero…), telefoni ad una persona amica e chiedi a lei di chiamarlo con il suo cellulare. Magari la persona amica ti fa questo favore. Lui risponde e dice che, d’accordo accetta un chiarimento e concede un appuntamento all’uscita del lavoro (il suo).
Tu ci vai, aspetti. Lui/lei scende con molto ritardo. Ti vede che sei tremante e in angoscia. Ti guarda con disprezzo e ti dice: “Cosa sei venuta/o a fare? A piangermi addosso? Adesso vattene perché ho da fare”. E rientra sbattendoti la porta in faccia. Allora tu suoni al campanello della ditta. Risponde la segretaria. Ti dice che il Sig tal dei tali è in riunione. Allora tu aspetti, fa freddo…  se fumi sigarette ne fumi un pacchetto , ti senti di morire dalla vergogna e dal dolore. Se estate e fa caldo, stai ad aspettare su una panchina senza bere, fin quasi a svenire…  Sei comunque in uno stato pietoso, si vede che sei fuori di te. Un suo collega esce, ti guarda con disprezzo (infatti lui ti ha diffamata/o da lungo tempo a livelli che mai potresti immaginare con calunnie allucinanti e svelando anche tuoi aspetti privati, ridicolizzando le tue debolezze – ma tutto è mantenuto ad un livello di pettegolezzo legalizzato). Tu suoni di nuovo il campanello. Risponde la segretaria e questa volta te
lo passa. Lui/lei ad alta voce dal citofono urla che chiama un’altra volta la polizia (urla per far sentire ai colleghi, così da avere poi testimoni contro di te), e dice, infatti, che tutti ti hanno vista/o mentre piantonavi l’ufficio… “anzi”, ti dice “la chiamo subito, così ti toglierai il vizio, e bada che ci sono i testimoni”. Tu questa volta non te ne vuoi andare, ma sei terrorizzata/o e in totale confusione (era lui/lei  che aveva concesso l’appuntamento) stai lì ad aspettare che esca per parlargli, non puoi crederci.  In fondo attraverso la tua amica ti aveva dato l’appuntamento. In 10 minuti arriva la volante della polizia ti chiede i documenti, sei stata già segnalata/o una volta . I poliziotti ti dicono di andare via e ti avvertono che corri il rischio di arresto in flagranza di stalking.  Te ne vai, ma poi gli mandi un messaggio, lo chiami disperata/o e questa volta piangi in delirio, arrivi a dire che davvero vorresti morire. A questo punto sei fregata/o (hai minacciato il suicidio, ciò è reato) lui ha tutte le prove che lo hai perseguitato anche minacciando il suicidio, che è una ulteriore aggravante, infatti gli hai procurato disturbi tra telefonate visite e messaggi (per la denuncia di stalking ne bastano 3/4, ma tu fin’ora ne avresti procurati di più… così pare da come lui/lei hanno manipolato la realtà, la tua persona e gli altri). Lui/lei (il pato-narci-ghoster, ovvero il vampiro affettivo in fase abbandonica) allora ti denuncia perché ha anche intenzione di chiederti i danni (pensa di ricavarci dei soldi…  se non ne hai pensa di farti pignorare la macchina o farti mettere un’ipoteca sulla casa, così impari a destabilizzarlo/a!).
Tu però non lo sai che lui ti ha denunciato (facendo un saltino al più vicino commissariato o caserma) perché il PM (Pubblico Ministero) che ha affidato l’inchiesta al GIP (Giudice Indagini Preliminari) non te lo dice, in quanto deve poterti indagare di nascosto – se te lo dicesse poi tu forse non disturberesti più, e allora come si potrebbe provare il reato di stalking?). Quindi tu non sai nulla della denuncia e nel mese successivo cerchi con tutta la tua pazienza un chiarimento, quindi scrivi, gli telefoni, gli fai telefonare e, bada bene, poiché non sei stupida/o né cattivo/a  lo fai in modo soft, cioè non con 100 telefonate al giorno, ma tre o quattro la settimana. Non 100 e-mail al giorno, ma magari 10 in una settimana, e tutte gentili, senza offese, ma scrivi che stai male, che hai bisogno di parlare, perciò anche se hai rabbia non offendi mai, non minacci mai, minimamente… forse minacci di fare del male a te stessa/o (che come ormai sappiamo è un ‘reatissimo’) … ma tu vuoi solo che lui/lei capisca…  abbia un po’ di pietà per il tuo stato. Il GIP però verifica che a questo punto, purtroppo SI’, sei veramente una o uno Stalker, (anche se in questa fase non hai MAI minacciato e ingiuriato e neppure hai minacciato di farti del male, anche se le tue lettere e messaggi sono tutti supergentilissimi e ragionevoli – dato che comunque hai continuato a contattare chi ti abbandonato distruttivamente e dopo averti spremuto come un limone è diventato un ‘fantasma persecutorio’- ghosting!).

Ti arriverà dopo 3 mesi la comunicazione della denuncia e di prenderti l’avvocato (da pagarti), le prove contro di te sono schiaccianti. Dopo un po’ ti arriverà l’ingiunzione a presentarti in tribunale e poi la condanna (va fino a 5 anni di carcere) con lo sconto sono 2 anni, ma giacché sei incensurata/o e il giudice capisce che sei comunque una brava
persona, può arrivare a sei mesi e a una multa, e poi  se lui/lei si costituisce parte civile devi pagargli i danni.  In genere ti conviene accettare le accuse e non andare in dibattimento perché durerebbe almeno 4 anni, dovresti pagarti l’avvocato, se perdi paghi anche il suo avvocato, e poi anche i suoi danni – perché va in civile in automatico. Ricordati che con la condizionale la galera non la fai, ma basta un piccolo problema entro 5  anni che poi ci vai e senza sconti. E’ facilissimo che tu perda la causa, anzi è sicuro perché le e-mail e le telefonate le hai fatte e poi lui ha i testimoni che lo hai piantonato e basta che trovi un amico che confermi, il quale potrebbe farlo anche in buona fede perché effettivamente una volta ti ha vista che lo aspettavi, e poi lui/lei prima ti ha largamente diffamato.

Queste angherie psico/giudiziare (querulomaniche) criminalizzanti, architettate da narci-ghoster perversi, sono all’ordine del giorno. Nella pratica di psicoterapeuta si viene a conoscenza di numerosi casi, ove il concetto di stalking e la legge relativa sono diventati strumenti persecutori, invece che di difesa dalla persecuzioni dovute ad attaccamenti amorosi morbosi.

Purtroppo alcuni giornalisti ignoranti fanno informazione sensazionalistica affinché nessuno capisca i danni di una legge che per quanto sia giusta, diventa ingiusta se applicata in modo massimalistico e sommario, senza un’effettiva e sensibile conoscenza dei fatti.  Bisogna cioè considerare quando lo stalking sia vero e pericoloso e quando invece una denuncia viene  progettata e impiegata strumentalmente con intenti psicocriminaloidi. Questo rischio sussiste in molti casi, e ciò va a  danneggiare anche le donne che veramente hanno bisogno di aiuto, in quanto genera confusione, gravi equivoci e perdita di forze, per i servizi giudiziari e le forze pubbliche di sicurezza – che potrebbero essere impiegate al meglio per proteggere e tutelare chi veramente è in pericolo ed è perseguitato per via di attaccamenti morbosi.

Tutto ciò è ancora più terribile quando accade nel corso di separazioni e divorzi o in seguito ad essi, laddove vengono manipolati anche i figli.

Infine va comunque ricordato che chi subisce tali condizioni persecutorie non deve essere considerato solo una vittima, ma una persona che seppure involontariamente collude con il suo persecutore, in quanto a causa delle sue proprie debolezze e ferite si pone nella condizione di lasciarsi vampirizzare e perseguitare. L’unica via per non cadere in questa trappola, è di sottrarsi al rapporto con persone problematiche che , a causa dei loro disturbi affettivi determinano attaccamenti e relazioni vampirizzanti. Se da soli non vi si riesce occorre assolutamente e con immediatezza rivolgersi a terapeuti esperti.