L’unione tra i popoli si fa con la cultura e con un’attenzione psicologica verso i suoi valori archetipici e fondantivi. L’unione europea ha preteso di consolidarsi a partire da una moneta comune, senza però far coincidere con essa anche la nascita di una comunità di valori, di idee, di ricerca, di arte, di vita. Se si vuole lavorare, studiare e spostarsi all’interno della comunità europea si è facilitati quasi solo dal fatto di fare meno code alla dogana, per il resto non c’è quasi nulla di concretamente accessibile. I regolamenti sono diversificati e spesso persino contraddittori, nello studio, nelle professioni, nei contratti di lavoro, nelle leggi per la persona, dal matrimonio, alla convivenza, ai figli, al servizio di leva, ai commerci al dettaglio… nemmeno comprare un pacchetto di sigarette o andare in una spiaggia ha le stesse regole.

Seppure l’inglese possa essere la lingua più diffusa in europa, quando si va in Inghilterra l’Euro non c’è, e non c’è nemmeno in Danimarca e in Norvegia… come dire che l’Euro non è una moneta unica valida per tutta la Comunità, ma solo per chi non è in grado di rifiutarla. Intanto referendum e voci di dissenso che contestano non l’Europa unita, quanto un certo modo di pensare ad essa solo in funzione degli interessi economici di gruppi di potere sono zittiti o interpretati manipolatoriamente. L’Islanda che ha compiuto una vera e propria rivoluzione silenziosa che le ha consentito di sganciarsi dagli ingranaggi di una pseudounificazione forzata è stata praticamente ostracizzata dall’informazione pubblica ed istituzionale.

 Se pensiamo ai soldi europei spesi per la formazione, tipo FSE, come persona che ha lavorato come formatore in questi corsi devo testimoniare la mia delusione, complanare a quelli  dei collefghi e degli studenti, per molteplici lampanti ragioni (che qui è meglio soprassedere, ma che sono davvero raccapriccianti…).  Se consideriamo gli gli Erasmus – i soggiorni nella Comunità Europea per studenti universitari – per come sono ideati e proposti, danno la sensazione di andare a studiare all’estero… paradossalmente. Ci si percepisce stranieri tra comunitari, quindi non si avverte cosa vuol dire essere comunitari, ma invece si avverte chiaro cosa voglia dire essere extra-comunitari… una sorta di minaccia, dalla quale ci si dovrebbe difendere, quando invece si tratta di persone che l’unione europea – dei banchieri e delle grandi imprese – sfrutta a piene mani, in Europa e nei loro paesi d’origine.

Sarebbe stato importante che il cittadino veramente europeo fosse stato incoraggiato a nascere e ad esistere anche con iniziative popolari, ad esempio un campionato di calcio europeo annuale, un festival della canzone europea, una lotteria europea, telegiornali e giornali europei, consistenti e trasparenti possibilità di lavoro in strutture e aziende pubbliche percepibili come europee, università e titoli di studio europei… del resto non ci sono neanche forme di elezione e democrazia europea, mentre il meccanismo della delega democratica si stempera al punto che il parlmento europeo appare come un potere esterno e occulto, al quale deve soggiacere il proprio Stato, con la compromissione della democrazia stessa.

Ma non si tratta solo di ‘agevolazioni disagevoli’, di ‘regole sregolabili’, di ‘promesse disattese’ che connotano questa strana ‘unione disunita’ per ragioni di soldi, quanto di valori, di convivialità, di reali possibilità di scambio lavorativo, culturale, sociale, linguistico, artistico, sportivo… è stato favorito il business, comunque in funzione degli interessi bancari e quindi di interessi monetari e della possibilità di trasferire fabbriche verso paesi dove lo sfruttamento del lavoro senza tutele e riferibile al medio evo, il tutto in nome dei soldi (che sarebbero diovuti aumentare per molti, e invece sono aumentati solo per pochissimi e diminiuti per tantissimi)… ma i soldi si sà, oltre a non fare la felicità (specie se non sono guadagnati onestamente), non fanno neppure gli stati e le alleanze tra popoli. Nella storia, quando diversi stati, piccoli o grandi, nell’intento di unirsi hanno battuto moneta comune lo hanno fatto solo dopo che fosse nato uno spirito di unione tra popoli, etnie, tradizioni, in seguito a processi strutturali ed eventi storici e politici realmente fondativi e percepibili per le grandi maggioranze… così è stato, ad esempio, per la lira, per il dollaro, o per lo yen e per tutte le più importanti monete.  Invece per la prima volta nella storia si è pensato fosse possibile cementare una possibile unione tra popoli attraverso una moneta, alla quale sarebbe dovuto seguire uno ‘spirito europeo’… e invece ci voleva prima lo ‘spirito europeo’ e poi una moneta comune… Tale spirito transnazionale non era fondato e non si è manifestato; ma ciò che è più grave è che non è avvenuto neppure che dopo l’Euro vi fossero politiche e culture realmente percepibili per i popoli, per le quali la moneta unica – oltre a provocare l’aumento dei prezzi –  avesse potuto dimostrare di portare anche qualche beneficio concreto… niente, manco una telefonata con il fisso o con il cellulare si può fare in zona euro senza che si debba pagare tariffe salate (tanto per aggiungerne ancora una di mancanza di sensibilità verso i bisogni quotidiani dei popoli che, solo se soddisfatti possono consentire una vera integrazione, e allora si può consolidare anche l’assenso verso una moneta  e una politica economica comune, prospera ed equa…).

Ora, voglio dire, che non intendo criticare l’Euro in quanto moneta comune, anzi credo che sia bene condividere una stessa moneta, ma certo non nei modi deleteri che si sono verificati. Ciò accade per il fatto che si pensa al progresso e al benessere solo in termini di calcolo economico, e poi questo si rivela un ‘calcolo vampirizzante’ che va a favore solo di pochi e che destabilizza i fattori psicoculturali che stanno alla base di ogni vera unione politico-economica.

Quando mi chiesero di scrivere un articolo “Eurographic” – qui di seguito link con allegato –  sull’estetica e la comunicazione dell’Euro in termini di design – cercai di esprimere questi concetti critici, in alcune presentazioni ufficiali dell’Euro, alle quali ero stato invitato e anche al Politecnico di Milano, o in altre scuole e università dove ho insegnato come libero docente. Tuttavia, mi rendevo conto che l’euro-euforia era tale che qualsiasi cenno di dissenso o di critica sarebbe risultata assai peggio di una ‘stecca nel coro’, anche perché la maggior parte della gente si aspettava che il nuovo dio denaro avesse poi portato tanti soldi e benessere per tutti.

La situazione economica attuale, degenerata anche in termini di litigiosità tra gli stati, fino a far sentire i popoli minacciati ed esautorati dalla democrazia reale in nome di default, spread, bond, mibtel, ecc. genera per forza di cose anche infelicità e problemi psicologici, oltre che quelli pratici.

Come psicoterapeuta, il cui lavoro non viene facilitato da ASL e strutture assicurative pubbliche e private, faccio il mio lavoro cercando di essere utile per tutti, ma mi rendo conto che con l’Euro e le sue crisi,  le persone più deboli economicamente sono state ancor più penalizzate anche psicologicamente, a causa della precarietà e della disoccupazione sono aumentati i disturbi di ansia, di depressione e persino i suicidi. Invece sono diminuite le possibilità di poter fornire assistenza psicologica  a chi più subisce la crisi, in quanto con l’Euro è scemata ogni speranza di poter salvaguardare davvero la salute pubblica mentale con forme di agevolazione e di mutuabilità  (se non con mezzi farmacologici,  che costituiscono un guadagno economico enorme per alcune multinazionali, giacché gli psicofarmaci hanno un costo di produzione irrisorio, e vengono venduti a prezzi altissimi, che vengono in parte pagati con le nostre tasse quando sono mutuabili). NO, l’EURO DEI BANCHIERI E DELLE MULTINAZIONALI NON HA AIUTATO PER NULLA LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE MENTALE, INVECE LA HA SICURAMENTE MESSA IN SECONDO PIANO E LA HA PERSINO PEGGIORATA.

Chi in buona o in cattiva fede, per altruismo o per egoismo, vuol sostenere che l’Euro ha comunque evitato ‘peggioramenti ancora peggiori’ non può essere smentito in assoluto, in quanto la storia non è rivedibile discutendo su come sarebbe andata se fosse stata diversa… ma di sicuro, nessuno può negare che l’Euro così come è stato concepito non ha generato una reale unione europea dei lavoratori e dei popoli, che è la base di ogni forma stato, seppure nel sistema capitalistico, per una favorevole e sostenibile prospettiva storica di ogni economia reale. Il che fa temere che l’Euro sia stata la prima moneta della storia concepita proprio per far fallire una possibile unione tra popoli ricavandone vantaggi ed interessi occulti e strategici di carattere geopolitico e geofinanziario.

Chi vuole partecipare a questo dibattito può contribuire ad ampliare la consapevolezza e la forza psicologica per resistere all’ansia e alla depressione che deriva da una situazione storico-sociale ansiogena e depressiva.  In particolare la crisi psicotica del’Euro zona  ha una sua origine dai fattori psicopatologioci e vampirizzanti che l’Euro presenta sin da quando è nato (senza uno spirito madre-patrio) e che ora si stanno rivelando in una virulenza che potrebbe portare ad evenienze catastrofiche… ricordo che recentemente la Merkel ha detto che ‘se cade l’Euro nessuno potrà assicurare altri 50 anni di pace in Europa’ e gli ha fatto eco Sarkò sulla stessa falsariga… (dunque scenari da orrore, persino di ‘guerra europea’). Eh già, quando si litiga per soldi poi si passa facilmente alle mani… ma che bell’Europa unita!

In questo articolo, come in tutto il blog, si cerca di dare un contributo volontario in termini di auto-aiuto di informazione, di riflessione per affrontare i problemi pratici, con una miglior forza psicologica. Dal confronto di idee e testimonianze si può giungere a scoprire che una certa parte dell’infelicità psicologica è provocata da una mancanza di percezione delle sue cause storico-sociali, da un’immersione condizionante in un mare di messaggi consumistici ed informazioni manipolatorie, che mascherano  le più svariate e subdole forme di sfruttamento e di ingiustizia… anche per questo, possiamo sentirci individualmente depressi, ansiosi, in crisi personale, quanto più è acuita dalla crisi sociale…

La psicologia deve servire anche a migliorare la coscienza sociale, perché questa poi favorisce un’armonia psicologica nell’individuo e tra gli individui, così come hanno espresso e dimostrato grandi psicologi, psichiatri e filosofi sensibili alla vita interiore, come Reich, Fromm, Cooper, Laing, Marcuse e tanti altri.

Un caro saluto, con solidarietà, per il diritto ad una vita nella giustizia e nella civiltà (reali).

Ed ecco qui di seguito l’articolo scritto quando nacque questo VampiEuro – psicopatologico e vampirizzante – scritto in riferimento più che altro, sui suoi pregi estetico-comunicativi, il suo design, e le sue immagini simboliche – come quella dei ‘ponti fantastici’ che sono sulle banconote, i quali  avrebbero dovuto congiungere i popoli … cosa che  poi non si è verificata ed è rimasta solo sulla carta … moneta.

Eurographics (con immagini che spiegano come è stato disegnato e stampato l’Euro… eventuali aspiranti falsari si affrettino, prima che vada tutto a rotoli…)

Interessante intervento delleconomista e giornalista Loretta Napoleoni

httpv://www.youtube.com/watch?v=iCgCJRFQ_K4