Un’introduzione alle pratiche di rilassamento e meditazione – con una selezione di video e musiche.

A cura di Pier Pietro Brunelli (Psicoterapeuta) ed Elisabetta Lazzari (Psicologa)

INTRODUZIONE

Con il presente articolo, è nostra intenzione offrire  alle persone che si trovano in uno stato d’animo disarmonico, con conseguenti condizioni di  ansia  e stress, la possibilità di accedere on line ad alcune forme di auto-aiuto per rilassarsi  ed antistress. E’  nostro  dovere  come professionisti  della psicoterapia e della psicologia, specificare che questo articolo non ha alcuna pretesa di insegnare on line pratiche che necessitano di maestri ed esperti per essere apprese ed esperite in profondità.   Lo scopo  precipuo di questo  articolo è infatti quello di segnalare alcuni  link, in particolare audio – per offrire l’opportunità di comprendere come rilassarsi iniziando attraverso la musica e la meditazione.

Innanzitutto raccomandiamo la ricerca musicale di Enten Hitti diretta da Pierangelo Pandiscia – musicoterapeuta – socio fondatore di Associazione Culturale Albedo.

http://www.aliodie.com/index.php?_l=1&_w=1&__fidSez=3&cnt=209&__pg

Per ascoltare alcuni brani clicca sull’immagine

   Qui di seguito un video la cui musica è del grande maestro KITARO , intitolato HEAVEN IN THE EARTH

httpv://www.youtube.com/watch?v=qzi7zl4670Y

Per affrontare problemi di ansia, depressione, stress è molto importante imparare tecniche e pratiche per lavorare da soli su se stessi, ma è altrettanto importante comprendere i fattori profondi, inconsci e relazionali sui quali posano disturbi, disequilibri e  infelicità. Però nella meditazione non si attua un esame di coscienza. Anzi la coscienza viene acquietata proponendo una tregua, un silenzio dei pensieri e delle preoccupazioni. Questo difficilmente accade con la volontà, occorre un processo psicocorporeo attivato da tecniche che calmano la mente.

Spesso attraverso le tecniche psicocorporee ben praticate i disturbi fisici che influenzati da fattori psicologici (psicogeni) tendono a placarsi e a sparire. La psiche e il corpo sono molto più collegati di quanto non appaia, sebbene da sempre le concezioni mediche e il sapere popolare ne siano consapevoli. Oggi la moderna psiconeurologia sta dimostrando che il collegamento corpo-mente è straordinariamente complesso e che la guarigione, ogni guarigione, deve tenere conto di tale collegamento.

Ecco allora che, come in ogni collegamento, la via che unisce i due poli – in questo caso la psiche e il corpo – è reversibile, ossia abbiamo una correlazione psico-somatica, dalla psiche al corpo, e una correlazione somato-psichica, dal corpo alla psiche. Quindi così come la psiche può influenzare le funzioni fisiche, il corpo può influenzare le funzioni psichiche.

In questo articolo invitiamo a considerare alcune teorie e tecniche somato-psichiche, secondo le quali,  agendo sul corpo, attraverso training, esercizi e comportamenti sia possibile rilassarsi, concentrarsi, ascoltarsi e favorire un’armonizzazione delle condizioni psichiche (ed eventualmente coadiuvare in modo assai importante gli effetti positivi di psicoterapie e consulti psicologici).

Ecco un altro celebre brano per un rilassamento dell’anima e dei sensi di TONY SCOTT – Music for Meditation – (Ascoltatelo distesi ad occhi chiusi, armonizzando il vostro respiro nel tempo e nello spazio, fluttuando con il corpo e la mente in un mare di pace, in un ALBA del CUORE che si risveglia dolcemente… provate vi farà bene, vi rilasserà davvero…).

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Ed ecco ancora un celebre esempio di musica per yoga e meditazione di Tony Scott (clarinetto e sitar).

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MEDITAZIONE  E RELAZIONE CORPO-MENTE

  E’ sempre altamente consigliato, al fine di acquisire una efficace capacità di gestione di esercizi e training psicocorporei di fare esperienze di apprendimento con un maestro, o comunque con un esperto. Non basta Internet o seguire un manuale.

Tra le pratiche ‘psicocorporee’, sia per la sua tradizione millenaria che per i suoi effetti terapeutici sull’organismo, la principale è la Meditazione. Questo termine con il quale ci si riferisce al passaggio da uno stato mentale ad un altro, da uno stato di coscienza ad un altro e la cui essenza consiste nel prestare attenzione al momento presente, alla propria esperienza “qui ed ora” uno stato di autentica calma, non reattiva. Effettuando un training specifico, si impara a prestare attenzione al momento presente, a diventare sempre più consapevoli del proprio corpo. Ciò si traduce  nell’accettare i propri limiti oltre che ad acquisire una migliore e maggiore considerazione di sé.

  La Meditazione è una delle pratiche di rilassamento più antiche conosciute ed attuate dagli uomini fin dai tempi  remoti;  la sua tradizione in particolare  è stata mantenuta e tramandata dai popoli orientali (Psicologia buddista). I risultati si concretizzano con una pratica sufficientemente costante. Lo hanno ben dimostrato gli  studi condotti su meditatori esperti in confronto a meditatori novizi, oltre a non meditatori. I meditatori esperti presentano una minore ansia, una minore incidenza di disturbi psicosomatici e sembrano essere meno nevrotici (il grado di nevrosi tra meditatori e non meditatori, è stato misurato secondo la scala di Eysenck) e maggiore presenza di stati d’animo positivi.  Inoltre, possiedono una zona interiore di controllo che li rende in modo crescente indipendenti d fattori situazionali esterni (Pellettier, 1974), manifestano maggiore capacità di contatto e di entrare in sintonia con l’altro (Lesch, 1970, Leung 1973) e maggiore accettazione  e considerazione di sé, in quanto attraverso l’esperienza della pratiche meditative, sono riusciti a raggiungere  una maggiore, salutare benefica  armonizzazione sia interiore che con il mondo circostante. Inoltre, le persone che praticano con costanza la Meditazione, hanno anche una minore paura della morte (Garfield, 1974) e, di conseguenza, una minore ansia connessa a questa aspettativa, sia in circostanze di vita normali che in occasione di malattie, dalle meno gravi alle più serie.  Uno studio  molto importante circa l’efficacia della Meditazione in situazioni di malattie fisiche, fu condotto da alcuni ricercatori in collaborazione con il dottor Benson  che ne rilevano l’effetto benefico anche in occasione di malattie cardiache, rispetto alle quali essa può fornire un valido contributo per il benessere del paziente.

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La pratica della Meditazione è infatti in grado di ridurre le risposte del corpo alla norepinefrina, un ormone  che viene  secreto  come reazione neuro – endocrina  quando l’organismo, si trova in condizioni di stress. La norepinefrina, in condizioni normali, stimola l’apparato cardiovascolare producendo come effetto, un aumento della pressione sanguigna; non solo ciò non si verifica nei meditatori esperti ma la Meditazione, quando ben effettuata, è in grado di ridurre la pressione arteriosa, anziché aumentarla. Inoltre, sia la Meditazione che altre forme di rilassamento, possono avere un effetto benefico sulla riduzione anche del colesterolo, molto importante in caso di presenza di malattie o particolare predisposizione a malattie cardiache, riducendo così il rischio del verificarsi di eventi ischemici non sintomatici. Per tali motivi, quando la situazione fisisca lo permette, essa può fornire un valido supporto alle terapie farmacologiche, sesso favorendo la possibilità di diminuire il loro dosaggio. Nei meditatori esperti, a dimostrazione dello strettissimo rapporto somato – psichico, la Meditazione si è dimostrata capace anche di produrre effetti simili, in caso di disturbi cardiaci, a quelli dei beta – bloccanti.  Anche in soggetti affetti da dolori, in particolare cronici, come mal di schiena  e mal di testa (in particolare di tipo tensivo ed emicranico), la Meditazione  della Consapevolezza, associata allo yoga riesce a  ridurre il livello di dolore e di dolore percepito, favorendo così, un minore uso di antidolorifici e diminuendo la dipendenza da questi ultimi ,come evidenziato da alcuni studi condotti presso delle cliniche del dolore e con benefici permanenti in tali casi, anche per oltre 4 anni. (John Kabat -Zinn, 1985).  A livello psico -neurologico, la Meditazione agisce favorendo una diminuzione della naturale tendenza della mente a “vagare” che è correlata con degli stati di infelicità  e con la inibizione di alcuni specifici circuiti cerebrali la cui attivazione  è connessa con una elaborazione di tipo autoreferenziale ( o, con l’autoreferenzialità)  e l’acquisizione di una sempre maggiore capacità di vivere ed essere presenti a sé stessi nel “qui ed ora”, come dimostrato da alcuni studi condotti presso l’Università di Yale, mettendo a confronto l’attività cerebrale di meditatori esperti  con quella di  studenti meditatori  inesperti durante molti tipi diversi di meditazione, in relazione a Concentrazione, Gentilezza d’Animo, Consapevolezza nella Scelte; in tali studi, è stata evidenziata una maggiore disattivazione tra alcune aree cerebrali nei meditatori esperti, quali la corteccia fronto – temporale e posteriore mediale del cingolato oltre alla presenza di una maggiore connessione (ovvero migliore ‘funzionalità) tra alcune aree quali il cingolato posteriore, il cingolato anteriore dorsale e le cortecce prefrontali dorso laterali, regioni coinvolte in precedenza nell’automonitoraggio e nell’attività cognitiva, tanto nella linea di base che durante la Meditazione. Questi risultati ci forniscono una possibilità unica di comprendere i meccanismi neuronali coinvolti nella Meditazione quindi coerenti con i presupposti su cui la Meditazione si basa.  Quindi, la Meditazione, attraverso questi studi, condotti da più Autori, vene dimostrata attraverso la validazione dei suoi presupposti fondamentali, ovvero che essa mentre è n grado di ridurre gli stati d’animo negativi riesce contemporaneamente ad aumentare gli stati d’animo positivi.

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Negli anni ’80, inoltre,  il NIH (Istituto Nazionale per la Salute), raccomandò di introdurre la Meditazione quale forma di trattamento, in medicina e psicoterapia, insieme ad altre forme di rilassamento.Nell’ambito delle discipline olistiche, il  termine Meditazione è utilizzato per riferirsi ad alcune pratiche o esercizi derivati da tradizioni religiose e filosofiche il cui scopo è di aiutare l’uomo a migliorare la propria condizione psicofisica o di avvicinarlo  alla comprensione del divino. Mentre nei paesi occidentali, non abbiamo una parola più adeguata di “meditazione” per far riferimento a tali pratiche,essendo privi di un retroterra culturale che ci ricolleghi immediatamente ad esse ed in cui  poter collocare tali esercizi, le tradizioni religiose e filosofiche e le relative scuole di pensiero che utilizzano le più differenti forme di meditazione, dal buddismo, al taoismo, alla dottrina Zen, nell’Ebraismo, nell’islamismo, nell’induismo ed anche nella religione cristiana, sono invece moltissime. E’ evidente quindi che sotto una stessa denominazione, attualmente facciamo rientrare un ampio ventaglio di tradizioni spirituali e filosofiche che hanno però un comune denominatore, caratterizzata da una speciale attenzione verso il rapporto tra quella che è considerata la peculiare caratteristica della natura umana e la possibilità di entrare in risonanza con la conoscenza e la verità. Infatti, mentre gli occidentali presentano una tendenza a problematizzare epistemologicamente alcuni aspetti di una conoscenza ritenuta prettamente scientifica dell’animo umano, esistono invece  alcune tradizioni di pensiero nel cui ambito questi problemi sono stati da sempre risolti utilizzando la pratica della meditazione, che è caratterizzata da una comprensione  lontana da logiche razionali e speculative ma che è  basata invece sul flusso diretto dell’esperienza,  la ricerca del vuoto, sulla interruzione del continuo dialogo interno (che caratterizza noi occidentali, talvolta anche in modo ossessivo) sulla presenza mentale in sé, a ciò  che avviene nel “qui ed ora”,  la visione panica (uno – tutto ) ed infine, sulla illuminazione.

La meditazione può essere utilizzata per coadiuvare le persone in situazioni di stress ed in presenza di disturbi fisici e psicosomatici, quali ad es., la cefalea, l’ipertensione,la tachicardia,  l’asma, il colesterolo ed alcune forme di diabete. La sua efficacia in tal senso, è stata dimostrata da molti studi,  alcuni dei quali li abbiamo già citati in altri passi del presente articolo. In secondo luogo, non meno importante, la Meditazione può permettere alle persone di affrontare meglio e produttivamente i problemi della propria vita. Essa diventa davvero efficace con l’allenamento – mentre se praticata ogni tanto non è detto che si abbiano effettivi benefici, e può agli inizi anche risultare faticosa (perciò sono detrminanti maestri ed esperti che aiutano a praticare e ad imparare… ma si può fare molto anche incominciando ad impegnarsi e a ricercare da sé…. RICORDIAMO CHE IL SEGRETO FONDAMENTALE DI OGNI PRATICA DI RILASSAMENTO E MEDITAZIONE E’ NELL’ARMONIZZAZIONE DEL RESPIRO).

ED ECCO ANCORA ALTRI VIDEO-ESEMPI di ‘RELAX CON AMORE’ SCELTI PER VOI

Meditazione OM (Suono del Cosmo) – Om Namah Shiva (Shiva Sahasranama Mantra – si può tradurre come un ‘Saluto a Shiva’ la divinità della trasformazione e quindi come un’affidarsi alla trasformazione rigenerativa). Si tratta di un Mantra (un canto meditativo e di preghiera induista) molto bello e relativamente semplice da ascoltare e da cantare.

http://www.youtube.com/watch?v=0JwNHUlHlyU

Questa è un’ulteriore versione del mantra Om Namah Shiva

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Vi sono poi molti video musicali su youtube che potrebbero essere citati in questo articolo RELAX CON AMORE, anche grazie al vostro aiuto, cioè con VOSTRE SEGNALAZIONI (nei commenti aperti a tutti) per creare un’interessante raccolta che può diventare un DONO COLLETTIVO.

Nel seguente esempio sono assai belle le immagini (che ad un certo punto esaltano le rose, simbolo della trasformazione, secondo il quale dalle ‘spine della sofferenza’, si può rifiorire nella bellezza dell’amore).

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MEDITAZIONE E RILASSAMENTE NEL SUONO ISPIRATIVO E NEL RITMO

Attualmente, la neuropsicologia riconosce alla musica la capacità di stimolare il sistema limbico, quella parte del nostro sistema nervoso più antico e nel quale  avviene una integrazione a livello emotivo –  istintivo e cognitivo – comportamentale con il suono. Essendo possibile, secondo le nuove acquisizioni della scienza moderna considerare tutto come energia, possiamo quindi dire che anche i suoni e la musica, sono forme di energia.  La ‘musica primitiiva’ fondata soprattutto sul ritmo aveva una funzione non soltanto estetica, ma anche ansiolitica e antidepressiva, per incoraggiare alla vita nella condivisione e nella comunità.

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Alcuni studi condotti presso il  Cornel Cancer Prevention Hospital dal Prof. M. Gaynor, sui pazienti affetti da gravi patologie, lo hanno portato ad affermare che: “i suoni agiscono su tutti i livelli fisiologici” .La musica ed il suono, possono avere secondo lui ed i suoi assistenti, un importante ruolo preventivo e terapeutico in pratico su ogni tipo di patologia medica che sia possibile riscontrabile nelle persone. La filosofia orientale che fa uso delle Campane Tibetane per produrre dei suoni, attraverso le benefiche vibrazioni delle stesse ritiene  pertanto che sia possibile stimolare un processo di guarigione, permettendo una stimolazione di un processo di riparazione delle cellule che hanno subito dei danni da una situazione di malattia ad una che sia caratterizzata invece da una evoluzione progressiva  verso la salute o sanità. Il concetto di guarigione, secondo queste antiche  tradizioni, coinvolge tutti i livelli dell’uomo, fisico, psichico e spirituale, di cui spesso, la medicina occidentale, non tiene in sufficiente conto. Il suono delle Campane Tibetane caratterizzato dalla capacità di entrare in risonanza con tutto il nostro essere ed a tutti i livelli e di farci inoltre  empatizzare più profondamente con lo stesso, mettendoci quindi maggiormente in sintonia con tutto ciò che sentiamo senza giudicarlo e senza restarne neppure travolti ma con una grande capacità di “ascolto” che si sviluppa sempre più con l‘esperienza,  può favorire il processo di evoluzione verso una condizione di benessere e di guarigione. E’ necessario, per comprendere questi processi, così lontani dal nostro background culturale occidentale a cui siamo abituati, che secondo queste tradizioni orientali è dalla guarigione spirituale che ha origine la guarigione fisica e non piuttosto il contrario; è cioè necessario, per guarire, che si risvegli e “riattivi” il nostro “essere spirituale”, che avvenga in noi, in primo luogo, come essere umani, un “risveglio spirituale”. Quindi, la cura del fisico, avviene passando attraverso un “prendersi cura” di tutti gli altri livelli del nostro essere e le Campane Tibetane con il loro suono e le vibrazioni che  esse producono,  sono capaci di dare avvio a questo processo. La loro azione si esplica direttamente sul nostro cervello e sul nostro organismo e, secondo i monaci tibetani, sarebbe opportuno, quando meditiamo, porle direttamente sul nostro corpo, in modo da farle entrare in perfetta risonanza con il suono che a tale scopo pronunciamo, ovvero l’OM, che è un suono universale che ci mette in contatto con il nostro essere più profondo, con la natura, la Madre Terra e l’Altro,  al fine di trarne un beneficio maggiore. Le campane tibetane creano in tal modo secondo i monaci,  una sfumatura armonica in cui ogni nota è collegata e mai separata da un’altra e non solo, ogni nota contiene  in sé anche tutte le altre. In una grande armonia di suoni e di vibrazioni capaci di vibrare  “con” e far vibrare armonicamente tutto il nostro essere.

In accordo con i ricercatori dell’ospedale americano, possiamo quindi affermare che mentre un tempo, le Campane Tibetane erano nate con il fine di accompagnare i monaci buddisti mentre recitavano i loro Mantra, attualmente esse sono considerate uno strumento che può favorire la guarigione psicofisica ed un’ampiamente della propria coscienza . Il loro suono, con le sue particolari e salutari vibrazioni, viene trasmesso all’organismo, al corpo umano attraverso ( o grazie a, oppure tramite) quelle parti che lo compongono caratterizzate da un’altissima percentuale acquatica ( ricordiamo  che il corpo umano è composto per circa il 75% di acqua). Esse suonano quindi armonicamente con le zone di maggiore estensione e composizione corporea, oltre ad essere quella più antica e collegata filo geneticamente ed ontogeneticamente al nostro essere più antico ed originario, così come lo stesso può dirsi, in tal senso per l’ambiente delle nostre origini, che era quello marino come specie  che si è poi evoluta in una direzione di animali terrestri e poi, durante la gravidanza ed il nostro primo  sviluppo come feti, quello dell’utero materno. Utero nel quale si ha una percezione e reazione particolare a dei suoni come dimostrato da ricerche condotte con l’utilizzo di sonde ecografiche su donne gravide alle quali venivano fatti ascoltare tipi diversi di musica registrando nel frattempo l’attività dei feti. Queste vibrazioni delle Campane Tibetane favoriscono, influenzando direttamente e pacificamente il sistema nervoso, l’attuazione di un processo di lotta contro le malattie che affliggono l’individuo attivando nella direzione più adeguata il sistema immunitario e riducendo contemporaneamente, in tal modo,  anche le risposte allo stress sia dovuto a malattie e malesseri sia quello più generale connesso ad eventi della vita. E’ di importanza rilevante osservare che tali vibrazioni prodotte dal suono di queste campane, permettono di agevolare il progresso verso una condizione di maggior relax anche favorendo un processo di sincronizzazione tra la frequenza respiratoria e quella cardiaca che è alla base di una sensazione di benessere; infatti, se respiriamo male a causa dell’ansia, è possibile che in alcuni casi, se l’ansia si acutizza e non riusciamo a controllarla, si  possa sviluppare  un problema di attacco di panico, che potrebbe provocarci ulteriore stress motivo per cui è molto importante imparare anche a respirare bene ed armonicamente, per favorire il nostro relax. A tal proposito sia durante la meditazione che durante altri tipi di esercizi, è fondamentale  concentrarsi bene anche sul  nostro modo di respirare. Fatto che ci consente anche di essere maggiormente “presenti a noi stessi” nel momento attuale. Inoltre, esistono degli esercizi di rilassamento che sono basati proprio su tecniche di respirazione e che approfondiremo.

Meditazione:

Campane Tibetane 1:

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Ma vi sono grandi classici della tradizione occidentale che possiamo considerare come esempi di ‘Flautoterapia’, giacché il flauto in quanto strumento ‘dell’aria’ è uno strumento principe della musica che mette in contatto l’anima con le ‘sfere celesti’, ovvero il sovraconscio, l’ascendenza archetipica spirituale della  psiche. Perciò vi consigliamo questa interpretazione di JAMES GALWAY dell’ ADAGIO di ALBINONI…

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ALLORA ASPETTIAMO LE VOSTRE SEGNALAZIONI (quelle che appaiono più significative le inseriremo nell’articolo, le altre sono comunque gradite e resteranno nei vostri commenti, nei quali è bello anche trasmettere le proprie sensazioni, pensieri, sentimenti e intuizioni…).

BUONA ALBA… e BUON RELAX CON AMORE!

Abbiamo utilizzato qui il termine psicosomatico, termine coniato nel 1818 da Heinroth,  con l’intenzione esclusiva di fare riferimento alle sue origini, cioè ad una visione olistica dell’essere umano, che può essere studiato ed aiutato, sia da un punto di vista psicologico che da un punto di vista fisiologico, nelle loro reciproche interazioni.