Un comportamento patogenico (cioè che genera patemi in chi lo subisce)
Nel precedente DSM , il 4, il comportamento passivo-aggressivo era il sintomo di un vero e proprio analogo disturbo di personalità, poi però nel DSM5 questa classificazione è stata superata, e sussunta nel quadro di disturbi di personalità non ben specificati. Comunque sia, anche solo come ‘comportamento’ –  ovvero come strategia relazionale disturbante, a seconda delle cronicità e dei gradi (da lieve a grave) –  può risultare alquanto pesante per chi lo subisce, ma anche per chi lo mette in atto.  
Qui vi propongo una caustica riflessione per quanto attiene questo comportamento nella coppia. L’augurio è che serva per riflettere e uscirne fuori. Innanzitutto ricordo che non vi sono mai soltanto vittime o persecutori nelle relazioni amorose complicate e distruttive. Tuttavia in questo caso, proprio attraverso una vittimistica passività si possono ingenerare forti tensioni e infelicità nel partner fatto risultare come persecutore. Al fine è la coppia che diventa infelice, e quindi anche la persona che adotta lo stile passivo-aggressivo, purtroppo senza neppure esserne davvero cosciente. La cosa che più spiace è che le questioni di coppia, i conflitti, le reciproche negatività potrebbero essere meglio affrontate nell’interesse stesso del partner ‘passivo-aggressivo’, ma il suo modo di fare dipende da complessi che non riconosce e che per svariati motivi di orgoglio non vuole riconoscere. Si tratta di irrisolti infantili che porta inconsciamente nella coppia. Va da se che questo comportamento può far parte di altre aeree problematiche attinenti in senso ampio al narcisismo. Ma a differenza dello stile narcisistico, che può effettivamente essere mosso da egoismi e cattiverie piuttosto consce, nel caso del passivo-aggressivo ci troviamo di fronte ad un comportamento disfunzionale e disturbante che però non è mirato allo sfruttamento dell’altro. Diciamo che tale comportamento nocivo non è prevalentemente intenzionale, se non nelle forme più acute, dove il soggetto si incattivisce, per motivi che peròpotrebbero avere anche una loro ‘giustizia ( ma andrebbero chiariti e negoziati).
In genere  i ‘passivi-aggrssivi’ per quanto possano essere ‘cronici’, non sono cattivi (anzi spesso sono anche amorevoli e carini) tuttavia non si rendono conto che dentro di loro hanno un dispositivo condizionante ( un complesso) che mira a mandare l’altro  (persone con forti legami , partner o parenti stretti) … ‘fuori di testa’!!
Comportamenti passivi-aggressivi? Facciamo una specie di lista commentata.
– procrastinazione, mistificazione, competitività e ostilità dissimulate, sarcasmo, frequentissimi atti e impegni mancati,
– hanno spesso molto da fare, è vero, ma con tale scusa ritengono di poter assai spesso disattendere gli impegni presi con il partner (anche all’ultimo momento, per quanto concordati diversi giorni prima  – pare lo facciano apposta a non organizzarsi, e in un certo senso è così!).
– dicono di non sapere quello che più volte è stato detto e ridetto, oppure dicono che lo avevano detto ma non è vero.
– dicono che faranno una certa cosa, ma poi rimandano all’infinito, fanno finta che non c’era alcuni impegno, né accordo (o che era implicitamente diverso); se si protesta fanno gli offesi e rivendicano di essere ingiustamente incompresi.
– quando riescono a rispettare gli impegni pretenderebbero di essere lodati, come se avessero fatto qualcosa di non dovuto
– accusano l’altro di pretendere la loro perfezione o di trovare sempre da ridire nonostante si faccia di tutto per integrarsi con il loro mondo (e loro assai meno, per quanto credano di fare il massimo e non abbiano alcun intenzione di sfruttamento – quindi non è detto che rientrino in un narcisismo di tipo parassitario).
– se chiedi di condividere la gestione di un progetto o un lavoro accettano, ma poi non si impegnano, se si impegnano non condividono insieme e fanno come meglio credono; alla lunga ti portano all’esasperazione e nonostante si implori disperatamente di rendersi più affidabili se si sono presi un impegno, dicono che si pretende da loro l’impossibile
– quando si cerca di evitare il conflitto, loro continuano imperterriti a irretire, punzecchiare, a considerarsi feriti che nulla può ripagare (anche per ore e giorni) fino a quando al partner non saltano i nervi (rendendolo così tanto più  colpevole quanto più si arrabbia)
– inducono a reazioni rabbiose, per evitarle bisogna allontanarsi, ma poi quando si torna se ne sono andati punendo con abbandoni e silenzi (perché anche andarsene è colpevole).
… insomma è sfibrante, e si percepisce un regime di precarietà nel quotidiano che pare rendere instabile anche ogni progetto futuro importante! Perciò si diventa inquieti e irritabili, fino al punto di generare un circolo vizioso tra reattività nevrotiche al comportament aggressivo-passivo e il reiterarsi in forma ancora più accentuata.
Ambivalenze dolci-amare continuano
– Inconsciamente fanno di tutto per mettere il partner dalla parte del torto e, purtroppo, a volte ci riescono (a quel punto non ci sono più scuse possibili di alcun tipo, si è condannati senza la minima attenuante – le loro  provocazioni non contano e vengono fatte passare come inezie)
 – la ricostruzione dei fatti relativi ad equivoci e litigi, viene fatta tagliando ogni frammento che evidenzia un loro responsabilità (si se sia successo pochi minuti prima o molto tempo prima (quando cioè si tratta di fatti evidenti e consolidati) – in tal modo ripropongono un ‘film’ dove tutte le colpe sono dell’altro e sono vittime della sua rabbia. Se a questa esposizione l’altro si arrabbia, o anche solo si innervosisce, il gioco è fatto!
– se l’atmosfera è positiva in una situazione costruttiva, tendono ad imporsi, a competere, a fare ostruzionismo, o a disimpegnarsi fino a quando il partner non si infastidisce, quindi lo accusano che loro erano così perché sapevano che il partner li stava sopportando ed era già nascostamente infastidito.
– quando si scusano (raramente e se non dopo aspre discussioni dove i loro torti sono evidenti) non assorbono l’esperienza di essersi scusati, dopo qualche tempo tendono a considerare di essere stati obbligati  farlo.
– se in un confronto non la hanno vinta covano l’idea di vendicarsi successivamente con ostruzionismi e mancanze (ma in genere non demordono) –  ma in effetti non è tanto che  vogliano averla vinta a tutti i costi, inconsciamente vogliono proprio destabilizzare l’altro adoperando l’assurdità e le pretestuosità belle e buone pur di farlo infuriare.
– giacché sentono di doversi difendere in modo preventivo e proattivo attuano provocazioni sottili, ma anche grossolane, negano l’evidenza, rimuovono ogni responsabilità in modo da apparire come totalmente incolpevoli, e se vogliono imporsi possono aggirare l’altro, nascondendogli la verità, facendogli a lungo credere una cosa per un’altra (non si parla qui di tradimenti sessuali, ma di scelte di vita e della quotidianità).
– se si cerca con grande calma di far loro notare una loro mancanza, dopo le prime dissimulazioni reagiscono con rabbia, evitano parolacce ma hanno gesti e pose ‘sfanculanti’, non ascoltano e poi se ripeti  dimostrano interesse per qualcos’altro, e al fine quando pensi di esserti spiegato sbuffano o fanno espressioni di scherno, senza aggiungere nulla, provocando in chi ha fatto di tutto per spiegarsi uno sconcerto emotivo sfibrante
– se perdono le difese passive possono entrare in overreaction anche pericolose, non tollerano alcuna critica e si considerano invece legittimati a comportarsi anche in modo manipolatorio in quanto lo farebbero per difendersi dalle pretese dell’altro o da supposte imposizioni (quando invece si tratta di accordi da loro non rispettati).
– Possono essere amorevoli e dolci in famiglia o nella coppia, ma trasformano i loro sentimenti in astio, abbandonicità, distruttività se qualcuno osa indicargli una loro contraddizione o si mostra stufo per perpetrarsi delle stesse senza mai ammetterlo.
– sanno essere affabili e ironici, rinviano ogni confronto serio sul da farsi concreto ( preferiscono restare nelle opinioni e nei puntigli), la cosa che per loro piu conta è mantenere un clima di supericiale intesa per cui non si devono veramente impegnare in alcun progetto importante (se non a metà o capovolgendolo, dicendo che loro intendevano altro o in altro momento). Rimandano all’infinito dopo aver promesso una collaborazione con la scusa che hanno sempre troppo da fare oppure che dipendono da qualcun altro (anche se prima si dichiaravano disponibili).
– Possono occorrere mesi perché facciano qualcosa che avevano piu volte promesso di fare domani.  Ma in caso di impellente necessità, ad esempio un problema repentino di salute o di sicurezza, possono risultare in quel momento assai soccorrevoli, ma questo poi viene adoperato come dimostrazione di quanto si danno da fare e che quindi non possono fare anche le cose progettuali piu volte concordate.
– Sono assai collaborativi quando non gli è richiesto, e riescono davvero ad esserlo. L’importante è che l’abbiano fatto in piena autonomia. Infatti il loro comportamento dipende da un conflittuale complesso interno tra indipendenza e autorealizzazione. Fanno di tutto per dipendere e rendere dipendenti, ma poi sono alquanto ambivalenti nel corrodere il legame. Con la loro-passiva-aggressività sabotano le relazioni che pure fanno di tutto per mantenere.
–   Si sentono sempre costretti a scagionarsi anche quando non li si accusa di nulla, ma l’obiettivo è di colpevolizzare l’altro facendolo ingiustamente passare come un ingiusto accusatore. Non ci si può chiarire con loro perché dirottano tutto in confusione ottenendo che l’altro si arrabbi per bollarlo poi come cattivo e dispotico, oppure di potersi scatenare in overreaction abbandoniche e anche violente. In effetti seppure appaiono alquanto permalosi, in fondo hanno una buon autostima che li difende dalle svalutazioni degli altri, ed è così che accentuano la permlosità proprio per mettere in atto atmofere passivo-aggressive, dove il loro attaccato appare come motivato da qualche offesa ricevuta. Ma nel profondo combattono una lotta intestina perché pur volendo il legame lo sentono come un loro limite e quindi covano un misto di amore e di rabbia verso il partner.
– Spesso prima di arrivare a questo, restano imperterriti in silenzio senza mostrare alcun feedback all’altro che fa di tutto per chiarire, costringendolo quindi a ripetersi fino allo sfinimento intanto pensano a come uscirsene con qualche mossa per far saltare ogni chiarimento. A volte sbuffano o girano i tacchi cosi che l’altro resta esausto e sdegnato; ecco allora che lo accusano di essere aggressivo. Non demordono mai, se vedono che si può esasperare qualcosa si industriano per riuscirci meglio; mettere l’altro in uno stato confusionale li fa sentire vincenti, e con la passività-aggressiva possono sempre averla vinta, dato che provocano passando per provocati.
– Per liberarsi delle loro problematicità interne possono rendere invivibili relazioni che potevano essere fruttose e felici, pur di proiettare i loro conflitti sugli altri (conflitti inconsci derivati spesso da irrisolti infantili e a situazioni famigliari alle quali non potevano ribellarsi apertamente).
Conoscete ancora qualcosa in merito a qualche vostra conoscenza? Oppure se almeno  in parte  vi riconoscete allora siete quasi già guariti.
Ecco un breve passaggio da wkipaedia sulle modalità e cause di tale comportamento, dovuto a complessi infantili non riconosciuti o non elaborati (anche a causa di psicologi che non si accorgono del ‘disturbo’ – dal momento che i pazienti non si sforzano neppure di nasconderlo, semplicemente non lo riconoscono, riportano i fatti in modo sinceramente dispiaciuto, ma escludendo tanti particolari ‘patognomici’ importanti).
Da wikipaedia
Martin Kantor suggerisce tre aree che contribuiscono alla rabbia passivo-aggressiva negli individui: conflitti su dipendenza, controllo e competizione; suggerisce inoltre che una persona può essere definita passivo-aggressiva se si comporta così con poche persone nella maggior parte delle occasioni.
Murphy e Oberlin vedono anche l’aggressività passiva come parte di un più ampio ombrello di rabbia nascosta derivante da dieci tratti del bambino o dell’adulto arrabbiato. Questi tratti includono la creazione della propria infelicità, l’incapacità di analizzare i problemi, incolpare gli altri, trasformare i sentimenti negativi in quelli arrabbiati, attaccare le persone, mancare di empatia, usare la rabbia per ottenere potere, confondere la rabbia con l’autostima e indulgere in discorsi negativi. Infine, gli autori sottolineano che chi nasconde la propria rabbia può essere gentile quando lo desidera”.
Come tutti i problemi comportamentali, questi possono essere più o meno virulenti a seconda del momento. Così possono essere meno esasperati a seconda dei pregi che pure chi adopera questa strategia passivo-aggressiva possiede. Il disturbo passivo-aggressivo si può però intrecciare ad altri quadri di tipo narcisistico, ossessivo compulsivo o istrionico (o ad altri  quadri e sindromi disturbanti) diventando assai invalidante per chi è amorosamente legato a queste persone.  Tuttavia, per quanto possa essere considerato uno stile relazionale problematico che persiste anche in assenza di altri tratti disfunzionali importanti, il suo acuirsi può risultare veramente distruttivo. Quando le persone con stile comportamentale passivo-aggressivo sono capaci sinceramente di amare, accade, per loro sfortuna e del partner, che non possano comprendere che alla base di tanti litigi che si potevano evitare o che potevano essere negoziati (anche meglio a loro favore) stanno alla base di pesanti tensioni croniche e acute,  con estenuanti liti, delusioni, impossibilità di crescere e di fare scelte importanti. Ma a quel punto che loro ‘poverino’ non c’entrano nulla e ritengono invece che il partner sia un ingrato pieno di assurde pretese. Al fine però sono disposti a scusarlo e anche a chiedere scuse, ma in qualche meandro della loro mente il conto rimane aperto… e ricominciano a farla pagare!

Le responsabilità in una coppia sono sempre a metà… però c’è modo e modo!

A prescindere dai problemi che ogni loro partner possa avere (nessuno è perfetto, ma è importante esserne abbastanza consapevoli), il partner di chi adotta lo stile passivo-aggressivo verrà genericamente accusato di essere un rabbioso incapace di controllo ( dato che è questo che lo vogliono portare). In altri casi accade che il partner – accusato, che subisce e che cade dalla parte del torto) per rifuggire da una rabbia impotente e sempre controproducente da esprimere (seppure con moderazione non ci si deve mai ‘incazzare’, anche poco sarà adoperato come prova di gravi negatività)  possa abusare di alcool, droghe o avere bisogno di farmaci (con l’intenzione di intorpidirsi e rendersi evitante – a meno che lo sia già e si accentua tale disposizione).

Se il partner oggetto di provocazioni passivo-aggressive,  mostra anche solo rammarico, disappunto, disagio… verrà subito accusato di essere dispotico, capovolgendo ogni responsabilità fino al punto di rendere l’altro sempre più controverso, senza dargli possibilità di dialogo se non accusandolo di essere irascibile fino a quando non lo diventa.

Purtroppo è anche vero che, poiché chi adotta lo stile passivo-aggressivo non se ne rende conto, chi lo subisce tende a diventare pregiudizievole e a mettersi a sua volta sulla difensiva, e questo genera un ‘circolo vizioso’ dal quale la coppia può essere divorata come in un gorgo, sebbene in entrambi ci fossero buoni sentimenti e le dispute potevano essere risolte.

Che fare? Ce la si può fare a stare insieme?

Insomma, è molto difficile relazionarsi con persone adottanti stili passivo-aggressivi, ma è un peccato perché nella misura in cui riescono a riconoscere questo loro problema possono essere assai piu sereni, coerentemente amorevoli e maturare realizzando progetti e desideri per loro stessi e insieme a chi li ama.,.
Purtroppo quando i comportament passivo-aggressivi sono conteunti per lungo tempo, si acuiscono o riguardano questioni più importanti (scelte di vita, progetti, sicurezza, lavoro) allora le questioni si complicano anche sul piano di realtà? Allora potrebbe accadere anche che la si smetta di litigare e si scelga di diventare grandi e ri-conoscersi nei sentimenti. Entrambi i partner, perché comunque entrambi creano, anche involontariamente, un incastro negativo. Però è indispensabile che chi adotto il comportamento passivo-aggressivo lo riconosca, lo controlli e lo trasformi il più possibile. Dovrà allora imparare ad essere coerente con il suo sentire ed esprimersi in modo più chiaro e responsabile, circa impegni, collaborazioni, progetti o anche solo appuntamenti, ma non solo questo: dovrà riconoscere qunto certe reazioni pure negative del partner era divenute tali a causa di un processo di sfinimento sfibrante di contraddittori messaggi, atteggiamenti e scelte che parevano condivise nei fatti e non solo nelle parole. Se questo partner passivo-aggressivo non comprende ciò, allora può non servire a nulla avviare un dialogo ricostruttivo, per quanto ci sia disponibilità a mettersi in discussione. 
Ma perché si può diventare passivo-aggressivi senza accorgersene?
Gli stili passivo-aggressivi derivano spesso dall’aver adottato sin dall’infanzia strategie per esprimere – ma  al tempo stesso soffocare – la loro rabbia repressa a causa di genitori abbandonici o dittatoriali.


Solo se si ha un grande amore verso di loro si può pensare di sopportarli e di aiutarli, ma prima o poi è necessario ricorrere a qualche supporto esterno: amici, famigliari e terapeuti.  Siccome hanno poche o nessune amicizie vere e relazioni famigliari non davvero supportive, bisogna evitare di interagire con persone che con loro colludono o dalle quali si lasciano sottomettere, perché rinforzeranno le loro posizioni passivo-aggressive convincendoli di avere solo e sempre ragione, e tramutando il partner in un mostro.
Forse se chi li subisce, si ricorda di avere a sua volta i propri difetti, si informa, capisce in cosa consiste l dinamica dei loro problemi, può ottenere un miglioramento della relazione. L’ingrediente principale resta tanto amore reciproco, ma purtroppo a volte non basta.
P.s. 
COMUNQUE SIA, NON VI ARRABBIATE!! Come disse il saggio:
LA RABBIA E’ UNA PUNIZIONE CHE NOI DIAMO A NOI STESSI PER L’ERRORE DI QUALCUN ALTRO