Il TdN (Trauma da Narcisismo –  diagnosi e conseguente cura – che ho proposto sin dal 2010) presuppone una concezione del Narcisismo in senso sovrapersonale, ovvero come quell’egoismo radicale e quella istintualità predatoria con la quale l’umanità da sempre deve fare i conti.  Il TdN evidenziua come il narcisismo possa destabilizzare e traumatizzare la vita amorosa. Il narcisismo condiziona ad infliggere e a subire una relazione amorosa negativa. Si tratta di una ‘forza psichica’ che può diventare negativa, sebbene sia ‘naturale’, cioè archetipicamente insita nella natura umana. Questo negativizzarsi del narcisismo che fa ammalare l’amore potrebbe avere anche la funzione di una sfida evolutiva, cioè a fortificare l’amore – il detto dice che ciò che ‘non ti uccide ti fortifica’. La risposta evolutiva alla negatività narcisistica dovrebbe condurre ad elaborare una più forte coscienza dei sentimenti amorosi, a rendere cioè più sensibili e capaci di  scegliere l’amore contro il male, piuttosto che l’odio, la distruttività, il conflitto.

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In tal senso la natura genera problemi, sfide ed anche malattie, affinché la specie umana sia costretta ad evolvere. In un mondo fortemente affetto dal narcisismo, il TdN potrebbe essere considerato come una risposta reattiva di grande tormento, e perfino a rischio di degenerare in esiti fatali, tuttavia costringe ad elaborare un mondo migliore dentro ed intorno a sé, dato che guarire vuol dire rielaborare un nuovo e più autentico senso dell’amore, che non può essere quello degli attaccamenti disturbati, patologici e manipolatori.

Freud in Al di là del principio del piacere (1920) propone il concetto di “pulsione di morte” come una forza distruttiva intrinseca in ogni essere umano, e che quindi non viene generata solo dall’ambiente e da relazioni disfunzionali nell’infanzia o con un partner. Così anche in Introduzione al narcisismo (1913/1914) Freud esplora come le pulsioni di conservazione dell’Io e quindi il narcisismo come amore per se stessi, abbiano una loro funzione primaria determinante per lo sviluppo e l’equilibrio della personalità, ma possono anche costituire ostacolo per l’amore verso l’altro, fino a diventare distruttive della relazione amorosa. C’è dunque qualcosa di originario da cui dipende il malessere psicologico, una sorta di ‘peccato psicologico originale’ con il quale in quanto essere umani dobbiamo fare i conti. Spesso le pene della vita amorosa, come narra il mito di Amore e psiche ci costringono a fare i conti con questa ‘morte innata, la quale traumattiza e mortifica l’immortalità dell’amore, rendendoci quindi come vampirizzati, ovvero ‘morti viventi’.

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Ma allora il TdN è uno stato di sofferenza che costringe a trovare risposte più profonde e più elevate rispetto a quelle che si limitano a fare psicoradiografia della malignità o della perversità del partner vampiro. Si tratta di risposte terapeutiche che contemplano aspetti filosofici e spirituali sulla natura umana e il senso ultimo della vita e dell’amore. La psiche per guarire deve evolvere in una condizione esistenziale per la quale la vita non è più solo preda attiva o passiva del Narcisismo, ovvero di un Io che pensa solo al proprio piacere, potere, sicurezza, successo, ma che invece si sente vivo e armonioso nella misura in cui è parte dell’universo e si relaziona con tale spirito alla comunità, all’umanità, ed anche al partner.

L’altro non è un oggetto da possedere, o al quale cedere fino alla morte, l’altro è un essere umano con un’anima, e che nei sensi e nell’anima, con le difficoltà e i limiti, con le gioie e i dolori ci consente di vivere ciò che percepiamo come immortale: cioè l’amore. Invece nelle dinamiche vampirizzanti l’amore è mortifero. Per curarlo bisogna recuperarlo all’immortalità, al suo naturale senso psichico e carnale, che reca pulsione di vita e che crea la vita.

Come si vede sono questioni assai delicate, complesse, persino romanticamente metafisiche, suscettibili di molteplici interpretazioni, tuttavia sono indispensabili affinché il concetto di TdN venga discusso ed impiegato correttamente in senso diagnostico e terapeutico. Non basta, ed è alquanto dannoso, semplificarlo come un’equazione vittimistica che personalizza e superficializza tutto in funzione di una relazione con un ‘cattivo’, seppure tentando di dare a ciò un alone di scientificità. E purtroppo questo è avvenuto e avviene a causa di una diffusione errata del concetto di TdN, e che a causa delle facili modalità di plagio e di vampirizzazione di internet, e di una modalità competitiva dannosa nel campo della ricerca clinica, non ho certamente potuto evitare.

Rishabh Butola

Dipendenza affettiva e ferita narcisistica

Si parla spesso anche di ‘dipendenza affettiva’, quale causa del proprio attaccamento ad una persona sbagliata, ma semmai non è la causa è l’effetto, e comunque è normalissimo che se c’è un affetto c’è anche una dipendenza. Anzi una relazione amorosa è tale perché c’è una dipendenza, tuttavia grazie a Narciso non si finisce nella fusionalità e nella simbiosi, in quanto un equilibrato narcisismo fa in modo che Eros non prenda tutto il campo e ciascuno possa mantenere la sua propria individualità, e quindi una giusta indipendenza. Evidentemente se il Narcisismo eccede il bisogno di indipendenza si estremizza generando o l’evitamento della relazione, oppure il suo utilizzo opportunistico, volta a soddisfare il proprio bisogno di potere e di dominio. Ma un certo bisogno di potere e di dominio sta anche nell’ostinazione del partner vampirizzato a voler a tutti costi conquistare l’anima del vampiro. Quindi è superficiale considerare che il Trauma amoroso derivi da ‘dipendenza affettiva’ rispetto ad un partner, oppure che ne sia la causa. In verità la ‘dipendenza affettiva’ è tale rispetto alla propria ferita narcisistica, la quale fa dipendere dal proprio ‘vampiro interiore’ che costringe nevroticamente a mantenere l’attaccamento con un partner negativo. Questa ‘ferita narcisistica’ (una carenza di autostima e sicurezza interna)  consiste quindi in una vulnerabilità acquisita attraverso vissuti affettivi famigliari di frustrazione ed incomprensione. Intorno alla ‘ferita narcisistica’ si costella un ‘complesso’ che rende carente l’amore per se stessi, e ciò induce a lasciarsi ‘vampirizzare’ da un partner e anche dalla vita in generale.

Kelly Sikkema

La terapia quindi consiste in un ‘fare luce’ sulle questioni psicologiche profonde di una dipendenza data da un attaccamento erotico-affettivo disturbato. Secondo la metafora da me sviluppata (anche nel nome di questo blog) si tratta di favorire il sorgere di quella ‘nuova alba interiore’, dalla quale i vampiri – secondo la leggenda – si allontanano. Ma bisogna sempre ricordare che i vampiri sono due – quello che sussiste nel narcisismo del partner vampirizzante, ma anche quello che cova nella ferita narcisistica del partner vampirizzato. Tra questi due vampiri interiorizzati si sviluppa una sorta di collusione e coodipendenza, secondo molteplici forme e gradi di intensità. La terapia nel ‘fare luce’ , consente di acquisire coscienza, sensibilità ed anche accettazione delle ombre inconsce che oscurano la vita amorosa, così che sia possibile guarire ritrovando la possibilità di amare e di essere amati.